Cgia: "Con la tasi e le aliquote al 3,5 per mille rischio rincari"

Per stangare la casa alzano il tetto delle aliquote sulla prima casa: dal 2 per mille dell'Imu si passa al 3,5 per mille della Tasi. La Cgia: "Pagano i nuclei più numerosi"

Cgia: "Con la tasi e le aliquote al 3,5 per mille rischio rincari"

Come tassare gli italiani senza che se ne accorgano? Cambiando le carte in tavola. È quello che è successo con la Tasi, la componente della Trise che copre i servizi indivisibili e che di fatto prende il posto dell'Imu, che vede l'aliquota massima arrivare al 3,5 per mille contro il 2 per mille massimo previsto sulla prima casa dalla vecchia imposta.

Secondo la Cgia di Mestre, infatti, il rischio è che nel 2014 le famiglie subiscano nuovi rincari: "Viste le difficoltà economiche in cui versano è facile ipotizzare che molti
Comuni saranno costretti ad aumentare l’aliquota della Tasi fino al nuovo picco massimo, con il pericolo di penalizzare oltre modo le famiglie più numerose", denuncia il segretario Giuseppe Bortolussi.

Per dimostrarlo bastano le simulazioni effettuate dall'associazione di artigiani. Il probabile aumento delle detrazioni fino a 1,3 miliardi di euro consentirà uno sconto medio su tutte le prime abitazioni di appena 66 euro, contro i 200 euro (più 50 euro ogni eventuale figlio) concessi nel 2012. E visto che la base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu, per un nucleo con tre figli e una abitazione civile di tipo A2 (con rendita catastale di 620 euro circa) l'aumento sarebbe di 29 euro con aliquota al 2 per mille e ben 186 euro con aliquota al 3,5 per mille. Le cose andranno addirittura peggio per le famiglie proprietarie di abitazioni civili A3 (cioè di minor pregio rispetto a quelle classificate A2). Già con l’aliquota all’1,5 per mille, il rincaro sarà di 40 euro. Se, poi, il Comune deciderà di alzarla al 3,5 per mille, l’aggravio sarà di 182 euro.

Per questo gli artigiani fanno appello ai sindaci: "Avranno la possibilità di regolare con ampia autonomia il sistema delle detrazioni", ricorda Bortolussi, "Per questo li invitiamo a intervenire in difesa delle famiglie più numerose e nei confronti dei proprietari delle abitazioni con le rendite catastali più basse. Se ciò non avverrà, saranno proprio questi soggetti a pagare il conto più salato". Inoltre chiede al governo di chiarire un punto: "Se con l’innalzamento delle detrazioni fino a 1,3 miliardi di euro la Tasi diventerà meno pesante, dove troveranno gli 800 milioni di risorse aggiuntive che metteranno a disposizione, visto che non sono riusciti a trovarne nemmeno la metà per evitare il pagamento della mini-Imu?".

Sono due, inoltre, i problemi che segnala Daniele Capezzone: "Primo. Aumentare l'aliquota Tasi sull'abitazione principale fino al 3.

5 per mille significa inasprire ulteriormente la tassazione a carico delle famiglie italiane a dispetto di quanto dichiarato in questi mesi dalle, certamente dormienti, sentinelle antitasse", ha spiegato il presidente della commissione Bilancio alla Camera, "Secondo. Prevedere 800 milioni da destinare alle detrazioni per l'abitazione principale può essere in teoria un buon proposito, ma il problema è capire da dove verranno recuperate queste risorse".

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