Cnh va a passo lento e la Borsa la punisce

Il mercato teme il calo dei ricavi Usa, dove il gruppo realizza l'80% degli utili Per Marchionne Psa nel mirino?

Pierluigi BonoraSettimana di conti per la galassia Agnelli. Domani, a Londra, tocca a Fca, insieme all'aggiornamento del piano industriale al 2018, mentre il 29 sarà la volta di Cnh Industrial. E mentre, per il primo caso, dopo che l'ad Sergio Marchionne ha anticipato che «il 2015 è stato molto positivo» e l'attenzione è puntata sulle novità riguardanti soprattutto Alfa Romeo, è ora Cnh a preoccupare gli analisti. Il mercato delle macchine agricole, infatti, dopo un periodo (tra il 2006 e il 2012) di grande spolvero, continua a essere in forte difficoltà. E la prospettiva di una nuova stagione deludente negli Stati Uniti, ieri ha inciso sul titolo Cnh in Piazza Affari: -3,9% a 5,45 euro, con una perdita dall'inizio del 2016 di oltre il 10%. «Del resto - spiega un analista - l'80% dell'utile della società deriva dall'agricoltura e più della metà dal business americano: gli Usa pesano, infatti, per circa il 45% e il Sud America intorno al 15%. Inoltre, i prezzi dei raccolti sono scesi tantissimo e il mercato cinese non cresce più. Gli anni favorevoli hanno visto le vendite dei trattori crescere negli Usa del 15% e del 9% per quanto riguarda le trebbiatrici». In pratica, esiste un eccesso di offerta «e per Cnh - aggiunge un altro analista - sarà difficile avere visibilità su una ripresa». In un report, Credit Suisse stima, per l'anno passato, utili delle aziende agricole americane giù del 28%. «In generale, ci sono meno soldi da spendere - la sintesi di Unacoma, l'associazione italiana dei costruttori di macchine per l'agricoltura -: c'è stata una riduzione dei redditi, le aziende del settore hanno guadagnato meno e le ripercussioni sono evidenti».Le stime degli analisti sono ovviamente negative: -19,7% i ricavi rispetto al 2014, -31% l'utile operativo e -69,4% l'utile netto, secondo Akros. I dati di Agrievolution sui primi nove mesi del 2015, vedono la Cina sorpassare l'India con 475mila trattori venduti sul mercato interno; l'India, maggiore mercato mondiale, fermarsi a 300mila; gli Usa segnare 159mila macchine, il Brasile 30mila, la Russia 17mila, la Turchia (Paese in forte crescita) 48mila; mentre per l'Europa Occidentale, ma tra gennaio e agosto, i trattori venduti sono stati 109mila.

Da seguire, invece, è il risultato conseguito nel 2015 da Iveco (camion) che dovrebbe beneficiare della ripresa del mercato in Europa, cercando così di controbilanciare il momento no del comparto agricolo.Infine, tornando a Fca, c'è chi fa cenno a voci su un ritorno di fiamma, da parte di Marchionne, dopo i contatti senza esito con Gm, per i francesi di Psa Peugeot Citroën.

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