Economia

Dl Rilancio, si torna alla cassa: quando scatta la "botta" Imu

Si torna alla normalità fiscale e c’è già chi rimpiange il lockdown. Scatta l'acconto Imu già il 16 giugno. Poi a fine mese la scadenza delle imposte dirette

Dl Rilancio, si torna alla cassa: quando scatta la "botta" Imu

Tartassati come sempre, ma a puntate. No, non è una serie televisiva on demand. È il calendario fiscale che bussa alla nostra porta. E, se c’è un modo per essere sicuri di respirare aria di normalità, allora bisogna mettere le mani al nostro portafogli. Significa che il peggio è passato? Per modo di dire. È questo il messaggio che traspare da un’analisi del decreto Rilancio. Quel dl tanto atteso che suona sempre di più come un fiasco.

Lo Stato, dopo un timido rinvio di qualche mese, torna con tutta la sua prepotenza a colpire i suoi sudditi. I contribuenti hanno avuto una minima boccata di ossigeno durante la fase uno della pandemia. L’emergenza coronavirus ha permesso una sospensione fino al mese di maggio. Ma bisognerà andare alla cassa già il 16 settembre, puntuali, seppur con la possibilità di dilazionare i pagamenti in 4 rate mensili. Ma andiamo con ordine.

Prima, come spiega il Messaggero, ci sarà da pagare entro il 16 giugno la prima rata dell’Imu con l’esclusione del solo settore turistico. Alberghi, b&b, agriturismi, campeggi, stabilimenti balneari possono sfruttare la cancellazione di questa quota del tributo. Viene però posta la condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività.

Alla fine del prossimo mese c’è il normale termine per il pagamento delle imposte dirette. Il calendario tributario, con l’ultimo decreto varato dal governo giallorosso, torna in questo caso alla normalità. C’è una notizia positiva in questa marea nera: per le imprese con fatturato fino a 250 milioni di euro è prevista la cancellazione del saldo Irap per il 2019 e dell’acconto della stessa imposta per il 2020 che vale circa 4 miliardi di euro. Il prossimo 30 giugno però non cambia nulla per il pagamento delle altre tasse. La consueta denuncia dei redditi si farà regolarmente.

Se quella appena citata raccontava la buona novella, ecco la brutta notizia. È la seguente: tutti coloro che hanno sfruttato una o più possibilità di rinvio, dovranno tornare a sborsare soldi, come abbiamo scritto, il 16 settembre. La scadenza, specifica sempre il Messaggero, riguarda varie categorie di contribuenti: imprese delle zone rosse, quelle dei settori maggiormente colpiti, società sportive, imprese con ricavi fino a 2 milioni e poi le altre che hanno avuto un calo del fatturato, differenziato in base alla dimensione.

Non è tutto. Il 30 settembre, secondo il dl Rilancio, arriverà la ripresa dei versamenti all’Agenzia delle entrate delle cartelle esattoriali congelate per il periodo che va da marzo a fine agosto. Questo significa che si riparte con i pignoramenti. Fino alla stessa data sono sospese le notifiche delle cartelle e degli altri atti per il recupero dei debiti scaduti prima dell’inizio del periodo di pandemia. Ma già dal primo dello stesso mese saranno ripresi i pignoramenti su stipendi e pensioni. Entro il 10 dicembre bisogna poi ricominciare a pagare le rate di sanatorie come la rottamazione ter o la cosiddetta pace fiscale dovute quest’anno. Prepariamoci a un appuntamento noioso. Quasi quanto una serie tivù a cui avevate dato fiducia. E che delude tremendamente lo spettatore.

Ma questa non è una novità.

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