I giovani italiani? Disinteressati alla politica, ma amano Papa Francesco e Giorgio Napolitano; vivono in maggioranza con la paghetta dei genitori, e sono disposti a (quasi) tutto pur di lavorare. È quanto emerge dall'analisi di Coldiretti-Ixè, "Crisi: i giovani italiani e il lavoro nel 2014", condotta su giovani dai 30 e 34 anni e presentata all'assemblea elettiva di Giovani Impresa Coldiretti: un giovane su tre non conosce il nome del presidente del Consiglio, e solo il 4% è impegnato in politica. Una distanza giustificata da un terzo degli intervistati con uno sprezzante e definitivo "sono tutti ladri". Qualche idea in più però sembra esserci a proposito delle priorità per la politica, che vedono una netta preferenza per i temi dell'economia e del lavoro: la necessità percepita come più urgenza è quella della crescita, seguita dalla difesa dei posti di lavoro, dalla riduzione delle tasse e dalla lotta all'evasione fiscale. Scarsa la fiducia nei sindacati, mentre il mondo dell'associazionismo sembra raccogliere maggiore apprezzamento. Tra i pochi personaggi pubblici che si salvano, papa Francesco e il Presidente della Repubblica: appena il 5% dei giovani non sa chi siano.
I dati sono ancora più sconfortanti se dal dato politico passiamo ad analizzare quello economico: il 75% dei giovani italiani vive ancora in casa con i genitori, e quasi l'80% non può fare a meno di contare sull'aiuto economico della famiglia. "La famiglia è diventata una rete di protezione sociale determinante che opera come fornitore di servizi e tutele per i membri che ne hanno bisogno", spiega il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo, "la struttura della famiglia italiana in generale, e di quella agricola in particolare, considerata in passato superata, si è invece dimostrata, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini." Se l'ancora di salvezza è, una volta di più, la famiglia, la maggiore preoccupazione per i giovani è costituita dalla ricerca di un impiego: un giovane su quattro sarebbe disposto a fare lo spazzino, il 27% a lavorare in un call center e il 36% sarebbe disponibile a fare il pony express. Oltre un terzo dei giovani non esiterebbe ad accettare orari più pesanti a parità di stipendio, o in alternativa un salario inferiore per le stesse mansioni; il posto fisso resta un sogno per il 46% degli intervistati, ma il dato è in calo di ben 7 punit percentuali rispetto a quello dell'anno scorso. "Ad evidenziare la criticità del rapporto tra scuola e mondo del lavoro" - aggiunge Coldiretti - "Il fatto che solo il 30 per cento dei giovani fa un lavoro totalmente coerente con gli studi, mentre il 23 per cento lo fa solo in parte."
Quasi un giovane su cinque considera l'Italia un paese in cui è impossibile prendere decisioni, oberato dalle tasse e privo di meritocrazia, mentre addirittura il 51% dichiara di essere disposto ad emigrare alla ricerca di un posto di lavoro.
Ben l'80% dei giovani fino a 34 anni dichiara di conoscere qualcuno che ha trovato lavoro grazie a conoscenze e raccomandazioni. Nell'ultimo anno, il 44% degli intervistati era così sfiduciato da non inviare nemmeno un curriculum.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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