Economia

Crollati gli accertamenti fiscali: l'Agenzia delle Entrate è in tilt

Da quando la Consulta ha dichiarato illegittimi gli incarichi di 800 funzionari, le verifiche a carico di imprese e professionisti sono quasi ferme

Crollati gli accertamenti fiscali: l'Agenzia delle Entrate è in tilt

L'Agenzia delle Entrate è paralizzata. Da quando la Consulta ha dichiarato illegittimi gli incarichi di 800 funzionari, gli accartamenti a carico di imprese e professionisti sono quasi fermi. Un corto circuito che ha generato un buco di mancate entrate da 1,5 miliardi di euro. Di questo passo, secondo il Corriere della Sera, dei 10 miliardi incassati dall'Agenzia delle Entrate ogni anno non ne entreranno più della metà. Ma non è solo la lotta all'evasione fiscale a soffrirne. Anche i quasi 9 miliardi dei rimborsi Iva, che ogni anno vengono restituiti a più di 50mila imprese, stentano ad arrivare.

In tutta Italia stanno esplodendo le richieste di accesso agli atti. I contribuenti vogliono verificare coi propri occhi le firme sugli atti con l'obiettivo di farsi annullare gli atti sottoscritti dai dirigenti decaduti dopo la sentenza della Corte costituzionale. Perché se chi ha firmato non è un dirigente assunto per concorso come vuole la legge, ma un funzionario "incaricato di funzioni dirigenziali", l'atto decade immediatamente. "La situazione - ha ammesso il direttore dell’Agenzia, Rossella Orlandi - in alcuni casi è letteralmente ingestibile". In Lombardia, per esempio, sono rimasti in servizio solo quattro dirigenti: un direttore generale e tre sottoposti. Uno di questi, poi, andrà in pensione a settembre. Il malessere è generalizzato, in tutto il Paese. "Capita così che il direttore dell’Ufficio Provinciale di Milano I, e il suo collega a capo della direzione Provinciale di Roma, oltre al loro, abbiano altri 8 incarichi ad interim. Mentre il direttore dell’Ufficio di Milano II ne ha addirittura undici - racconta Mario Sensini sul mCorriere della Sera - nei 107 uffici di controllo in cui è articolata l’Agenzia, i dirigenti rimasti in sella sono appena cinque. In tutte le sedi regionali, poi, gli uffici preposti all’Antifrode e quelli delegati ai rapporti con i Grandi Contribuenti sono gestiti con incarichi provvisori da altri dirigenti.

Il tutto in un contesto quasi surreale".

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