Commerz, stop di Berlino a Unicredit

Il governo tedesco: "Proposta inaccettabile, la banca deve restare indipendente"

Commerz, stop di Berlino a Unicredit
00:00 00:00

Tra i tanti traguardi raggiunti dell'amministratore delegato di Unicredit, forse il fronte dove può migliorare ancora tanto è il rapporto con i governi. Dopo le tensioni con il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti per le prescrizioni del Golden Power sull'operazione Banco Bpm, anche il governo tedesco leva gli scudi contro le ambizioni di Andrea Orcel su Commerzbank, la seconda banca tedesca. Ieri un portavoce del ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, ha definito addirittura «inaccettabile» l'acquisizione «non amichevole» di una banca «sistematicamente rilevante». Il portavoce, che ha sottolineato di parlare in linea con la cancelleria guidata da Friedrich Merz, ha ribadito che l'esecutivo «punta sull'indipendenza di Commerzbank». Il ministero dell'Economia tedesco ha inoltre smentito l'ipotesi di un incontro sul tema tra lo stesso Klingbeil e il suo omologo italiano Giorgetti.

Sta di fatto che Orcel si trova imbottigliato in due operazioni che, almeno sulla carta, si preannunciano ormai sempre più difficili.

Sul fronte italiano, non sta aiutando nelle interlocuzioni a tema Golden Power il gran rifiuto a rilevare Mps ai tempi del governo Draghi. In Germania, invece, si è forse sottovalutato il rigurgito sovranista che, ormai è evidente, di là di tante chiacchiere non conosce confini e nazionalità quando si tratta di asset strategici. Orcel, in ogni caso, finora non si è tirato indietro da nessuna delle due partite. Per il momento tiene le carte coperte e vuole perorare la via del dialogo. Non si è nemmeno presentato all'assemblea di Commerz, non avendo volutamente depositato le sue azioni nonostante disponga del 28% del capitale. Si è solo limitato, alcuni giorni fa, a punzecchiare alla distanza la ceo Bettina Orlopp, che da sempre gli è ostile, sui conti trimestrali: «Non siamo soddisfatti della loro performance, se escludiamo fattori eccezionali, il loro utile netto invece di aumentare del 12% si è contratto di un 8%». Se volesse, nell'ambito di un'assemblea straordinaria, Orcel potrebbe far valere tutto il suo peso. Per ora, però, sembra aver scelto l'idea di far calmare le acque in Germania e poi tornare a bussare alla porta della cancelleria nel 2026 o, magari, anche nel 2027 quando gli ardori della campagna elettorale saranno ormai raffreddati.

«Dall'inizio abbiamo detto che avremmo avuto pazienza», aveva detto lo stesso Orcel in occasione della presentazione dei conti trimestrali.

«Possiamo aspettare e valuteremo tre cose: gli scambi di vedute con il nuovo governo tedesco, che non abbiamo ancora incontrato, e se il management di Commerzbank vuole avere relazioni costruttive e bilaterali. Ma, soprattutto, valuteremo i loro risultati di bilancio». La sensazione è che non ci saranno novità a stretto giro.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica