Economia

"Commissioni più basse e prelievi anche al super. Così cambia Bancomat"

L'ad del consorzio bancario: "Vogliamo dare più trasparenza e fermare la chiusura degli atm"

"Commissioni più basse e prelievi anche al super. Così cambia Bancomat"

Intorno al Bancomat girano notizie, leggende e fake news. C'è l'ormai eterno duello tra carte di credito e contanti, la guerra del cashback, gli evasori e i commercianti che non vogliono pagare commissioni. Proviamo a capire le come stanno le cose con Alessandro Zollo, l'ad di Bancomat. Un brand dietro al quale c'è un po' di confusione: il «bancomat» non è la macchina da cui preleviamo (l'atm), né quella con cui paghiamo (il pos), e nemmeno la carta che usiamo. Bancomat è una spa, con 23 milioni di ricavi, i cui soci sono 120 gruppi bancari italiani che emettono le carte ai clienti. È una Fintech antelitteram, che nel 2023 compirà 40 anni.

Dottor Zollo, siete sempre nell'occhio del ciclone: ora pare che intendiate alzare le commissioni dei prelievi. È così?

«No. Proviamo a fare chiarezza: ogni anno in Italia avvengono circa 550 milioni di prelievi tramite atm. Il 70% di questi avviene nella stessa banca che ha emesso la carta al suo cliente ed è sempre gratuito. Per il restante 30%, la banca emittente paga a quella dove avviene il prelievo una commissione di 49 cent ogni operazione, tariffa regolata dall'authority. Un costo interbancario non addebitato al cliente, che non paga nulla alla banca dove si reca. E qui c'è il primo problema».

Dica il problema.

«La gestione, manutenzione e l'ammortamento dell'atm hanno un costo, stimato fino ad 1 euro per ogni prelievo. La banca in cui avviene il prelievo, quindi, fornisce un servizio in perdita, perché riceve solo 0,49 euro. Un servizio non più sostenibile».

E infatti le banche scaricano il costo sul cliente applicando una commissione, come recita il messaggino che compare sullo schermo. No?

«Di nuovo le devo rispondere di no. Qui si fa una gran confusione: la banca che addebita la commissione, che può essere compresa tra 0 e 3 euro, non è quella in cui si preleva. Bensì è quella dove ha il conto il cliente che fa il prelievo. È alla sua banca che va questa commissione».

Ci faccia capire: se vado nella mia banca non pago niente; se vado altrove pago fino a 3 euro alla mia stessa banca, dove ho il conto e la carta?

«Esatto. È un sistema che, oltre a essere poco trasparente, non remunera il costo di chi offre il servizio. Per questo abbiamo proposto all'Antitrust, il regolatore, un modello differente».

Dica il nuovo modello.

«L'obiettivo è mantenere attivo un servizio fondamentale per i cittadini, che è quello di poter prelevare avendo una chiara e corretta consapevolezza dei costi applicati al servizio; e questo passa attraverso la corretta remunerazione di chi oggi eroga un servizio in perdita, senza caricare di nuovi costi i clienti e rendendo tutto più trasparente e competitivo. Detto ciò, il progetto prevede due passaggi essenziali: primo, azzerare la commissione interbancaria di 49 cent; secondo, consentire alla banca che gestisce l'atm di applicare al cliente di un'altra banca che fa il prelievo una commissione fino a un massimo di 1,5 euro per operazione».

E la trasparenza dov'è?

«Il modello prevede che prima di procedere con il prelievo, al cliente venga mostrata l'entità esatta della commissione applicata, con la possibilità di annullare la transazione. Inoltre Bancomat metterà a disposizione un'app gratuita che mostrerà la localizzazione di tutti gli atm con l'indicazione della commissione applicata da ciascuno».

E chi continuerà ad andare nella propria banca?

«Non cambierà nulla, il prelievo resterà gratuito. E nulla impedirà alle banche di fare accordi tra loro per far pagare ai propri clienti una certa commissione o anche zero».

C'è il rischio che nelle zone meno battute le commissioni siano più alte?

«No, perché la commissione applicata dovrà essere unica per ogni gruppo bancario su tutto il territorio nazionale».

Resta il problema che gli atm si stanno riducendo e in provincia si fa fatica a trovarli. Pensate che così si fermeranno le chiusure?

«Siamo convinti che la remunerazione del servizio di prelievo così modificata consentirà di arginare la chiusura degli atm. C'è inoltre da dire che il nostro nuovo modello di commissioni supera questo problema perché prevede di estendere la possibilità di prelevare contanti anche dai pos di quei tipi di esercizi commerciali che raccolgono molti contanti: benzinai, tabaccai, supermercati».

Vale a dire?

«Che lì si potrà chiedere anche di prelevare contanti, con commissioni sempre trasparenti, decise dall'esercente e visibili anche sull'app».

Quando vi aspettate il verdetto Antitrust?

«Questi di dicembre sono giorni decisivi. L'istruttoria ha tempo fino ad aprile, ma noi speriamo di chiudere molto prima».

E poi, per partire con le nuove commissioni, quanto ci vorrà?

«Consideri che vanno aggiornati tutti i sistemi, i contratti, gli atm e i pos.

Stimiamo ci vogliano 12 mesi, tutto il 2022».

Commenti