Cultura e Spettacoli

Complottisti scatenati: "Ecco cosa c'è dietro al successo di Quo Vado"

Sui social in molti si stupiscono che ci sia una strategia di promozione: "Così ci impongono cosa guardare"

Complottisti scatenati: "Ecco cosa c'è dietro al successo di Quo Vado"

Possibile stupirsi se dietro al successo di un film c'è una strategia studiata a tavolino per far più soldi possibili? Nell'epoca delle grandi casi di produzione e dei multisala, dei blockbuster e dei colossal annunciati anni prima, difficile pensare che non ci sia un team che si occupi per filo e per segno della promozione.

Eppure sono in molti quelli che sostengono che "Quo Vado?" di Checco Zalone ci sia stato "imposto" da un non ben precisato potere forte. È la teoria - a metà tra il naif e il complottismo - che sta girando da giorni sui social. "La grande operazione commerciale della Medusa film, non c’è che dire, è riuscita", scrive ItaliaOra.net, che parla di "classico boom costruito a tavolino da chi ha il potere di decidere per noi facendoci credere che decidiamo noi" e punta il dito conto "il business monopolistico della distribuzione".

"Loro scelgono cosa dobbiamo vedere e cosa dobbiamo leggere", si legge sul sito, "E noi vediamo e leggiamo quello che ci impongono, credendo di deciderlo, decidendo che ci piace, o non ci piace, discutendone fino allo sfinimento e alimentando quel caso che fa soldi e nuovo business". Sotto accusa ci sarebbe, appunto, la distribuzione: il film è uscito in 1500 copie, cioè in circa il 60% dei cinema, se si considerano che i multisala lo proiettavano su più schermi, con una penetrazione capillare praticamente in tutte le città d'Italia, anche le più periferiche. Per fare un confronto, Star Wars - Il risveglio della forza è stato distribuito in 800 copie, mentre Avatar nel 2010 uscì in Italia in oltre 900 copie.

Dato che giovani intellettuali in voga, soliti esercitare la loro arguzia su autori come Foster Wallace e Don De Lillo,...

Posted by Daniele Lamuraglia on Lunedì 4 gennaio 2016

E allora? "Quo vado?" è costato oltre dieci milioni di euro. È così strano che dietro ci sia un team che studi un modo perché abbia successo e recuperi (almeno) il costo? E poi, basta davvero distribuirlo così capillarmente perché milioni di italiani vadano a vederlo? Sarebbe successo lo stesso con un film meno pop e più di nicchia?

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