Confcommercio: "Con l'aumento dell'Iva consumi giù per 7 miliardi"

L'associazione dei commercianti lancia l'allarme: "Nel 2014 la perdita dei consumi correnti dovrebbe collocarsi tra 5 e 7 miliardi di euro rispetto al già depresso scenario di base"

Confcommercio: "Con l'aumento dell'Iva consumi giù per 7 miliardi"

L'Iva si mangia il taglio dell'Irpef e pure un pezzo dei nostri soldi. La denuncia arriva dal centro studi di Confcommercio. Calcolatore alla mano, la sforbiciata all'Imposta sul reddito delle persone fisiche è di 5 miliardi di euro. Un mucchio di soldi che però viene "largamente mangiato" - spiega l'associazione dei commercianti - dall'aumento dell'imposta sui consumi. Un incremento che, sempre secondo gli esperti di Sangalli -, ci costerà su basa annua sette miliardi di euro. Ben due miliardi in più rispetto ai vantaggi apportatid al taglio dell'Irpef. Non solo. L'aumento di un punto percentuale dell'Iva contribuirà ad affossare ancora di più i consumi già depressi: "Nel 2014 la perdita dei consumi correnti dovrebbe collocarsi tra 5 e 7 miliardi di euro rispetto al già depresso scenario di base", spiega Confcommercio. "La riduzione delle aliquote Irpef dal 23% al 22% per il primo scaglione e dal 27% al 26% per il secondo scaglione determinerebbe - prosegue l'associazione - maggiori risorse per le famiglie pari a 1,5 miliardi di euro circa per il 2013 e minori risorse per le famiglie pari a 2 miliardi per il 2014".

Secondo Confcommercio, il provvedimento "è iniquo rispetto all’attuale situazione in quanto circa 10 milioni di contribuenti incapienti - che non pagano l’Irpef - non avranno alcun giovamento dalla riduzione delle aliquote e poi pagheranno prezzi più alti con riduzione del potere d’acquisto. Poichè tra questi incapienti ci sono verosimilmente le famiglie in cui vivono i 3,4 milioni di cittadini italiani poveri in senso assoluto, (che, secondo l’Istat, non sono in grado di acquistare un paniere minimo di beni e servizi di sussistenza) è certo che l’area della povertà crescerà rapidamente. Ciò è socialmente svantaggioso per l’intera collettività".

Quindi, per l’organizzazione, la riduzione delle aliquote Irpef "non giova ai più poveri e produce gli stessi vantaggi monetari per tutti i contribuenti che hanno un reddito superiore a 28.000 euro; anche chi guadagna 100 milioni di euro all’anno avrà minori imposte per 280 euro all’anno a partire dal 2013 (circa 23 euro al mese in più)".

Una mazzata per gli italiani, ma anche per i turisti: "Il Governo - sottolinea Confcommercio - non ha considerato che i turisti stranieri non godono della riduzione delle nostre aliquote Irpef mentre dovranno pagare di più per i prezzi interni che cresceranno perchè l’Iva aumenta dal 10% all’11%".

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