Economia

Pagamenti solo col Pos? Cosa può cambiare sullo scontrino

La riduzione dell'iva è sul tavolo del governo: i settori interessati dalla crisi saranno aiutati solo a patto di seguire una linea di pagamenti con moneta elettronica

Pagamenti solo col Pos? Cosa può cambiare sullo scontrino

Nella guerra al contante aperta dal governo e diretta da Giuseppe Conte si aggiunge una nuova voce, ovvero quella degli incentivi Iva rivolti ad alcuni dei settori più in crisi, come ad esempio l'abbigliamento, la ristorazione ed il comparto alberghiero.

Pur di promuovere l'utilizzo del pagamento elettronico, quindi, viene sperimentato a partire da settembre, e con una durata complessiva di tre mesi, un sistema di riduzione dell'iva rivolto proprio a quelle realtà economiche che si trovano più alla canna del gas e che sono allo stato attuale delle cose risultate maggiormente penalizzate dalla crisi economica originata dalla pandemia del coronavirus e dal conseguente lockdown imposto proprio dall'esecutivo.

Se da una parte, quindi, il governo tende una mano a chi si trova in crisi, dall'altra chiede che venga a realizzarsi una condizione da rispettare per poter accedere a tali benefici, vale a dire l'utilizzo della moneta elettronica. In fase di realizzazione, secondo quanto riferito da AdnKronos, ci sarebbe quindi un bel taglio selettivo del 10% dell'imposta sul valore aggiunto a partire dal prossimo mese di settembre e fino alla fine di dicembre 2020.

Se il progesso si realizzasse, in parole povere, bar e ristoranti (per i quali l'iva attualmente è proprio pari al 10%) vedrebbero azzerarsi questo parametro nei mesi indicati. Per i negozi di abbigliamento e le strutture alberghiere, invece, l'imposta sul valore aggiunto verrebbe pressochè dimezzata, passando dall'attuale 22% ad un ipotetico 12%.

Tutti benefici che però verrebbero a concretizzarsi esclusivamente per coloro i quali decidono di aderire alla filosofia del cashless tanto supportata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, oramai letteralmente ossessionato.

La condizione che resterebbe in piedi fino alla conclusione dell'anno in corso, tra l'altro, non sarebbe altro che un'anticipazione del benefit studiato per il prossimo 2021 proprio per sollecitare tutti all'uso dei pagamenti elettronici. Una specie di fase di sperimentazione, quindi, in attesa di traguardi sempre più grandi ed ambiziosi per l'esecutivo, che partirebbe con l'incentivare attività parecchio in crisi.

La stima del costo complessivo di questi benefici, per i mesi in questione, si aggira intorno ai 3 miliardi di euro. La speranza sarebbe quella di dare respiro ai comparti più interessati e far ripartire i consumi anche se emergono delle difficoltà connesse soprattutto al fatto di applicare delle aliquote differenziate per le medesime categorie, proprio per l'utilizzo o meno del contante.

"L'ipotesi, su cui si può anche ragionevolmente lavorare a mio avviso", ha spiegato Conte alla Camera, "è quella di mettere insieme due istanze, dando una scossa ai consumi attraverso un possibile sgravio dell'Iva per chi ricorre alla moneta elettronica.

In sostanza, si potrebbe delineare un meccanismo incentivante che combina l'esigenza di rilanciare, sì, la domanda, ma insieme anche di modernizzare il Paese e di incentivare i pagamenti digitali e, quindi, anche quella prospettiva per cui tutti paghino le tasse, perché tutti possano pagare meno", ha concluso.

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