Coppola batte Zunino e incassa 5,5 milioni

Danilo Coppola porta a casa un altro round dello scontro giudiziario che lo oppone a Luigi Zunino, il «collega» immobiliarista che era stato la sua controparte in tanti affari ai tempi dei «furbetti del quartierino». La sentenza vale pochi milioni di risarcimento (per la precisione 5,5), ma il verdetto del tribunale di Milano - afferma il gruppo Coppola - «è destinato ad avere altre conseguenze», avendo lo stesso sancito la «responsabilità di Nuova Parva (di proprietà di Zunino ndr) nell'aver causato con un'operazione fiscalmente illecita il debito d'imposta su Chiaravalle». Ad assistere Coppola è lo studio Irti, che qualche mese fa aveva già ottenuto dalla Cassazione l'annullamento della sentenza di fallimento della società immobiliare Micop. È la ragione per cui Coppola è stato chiuso in carcere quasi due anni subendo, attacca ora, «ingenti danni economici».
«Chiaravalle» rappresenta la scatola attraverso cui nel 2006 una palazzina della milanesissima via Montenapoleone è stata ceduta a Coppola da Zunino, che a sua volta l'aveva rilevata da Ras appoggiandosi a un finanziamento di Banca Intesa. La compravendita è uno degli anelli che in quegli anni legano i due finanzieri. Oltre ai passaggi immobiliari, il piatto forte è Ipi, che Zunino acquista da Fiat per poi rivenderla a Coppola, ricevendo in cambio anche azioni Antonveneta. In questo caso si tratta dell'ex cooperativa padovana che la Banca Popolare Italiana di Gianpiero Fiorani voleva strappare all'olandese Abn Amro con il placet dell'allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio, ma che, con il declino dei cosiddetti «concertisti», finisce prima ad Amsterdam e poi al Monte Paschi. Tra i «concertisti» figura sempre Coppola, che era anche entrato di prepotenza nel capitale di Mediobanca e si era avvicinato a Francesco Gaetano Caltagirone nel «contropatto» di Bnl, il blocco italiano chiamato a ostacolare le mire del Banco Bilbao.


L'esito è noto, Bnl passa ai francesi di Bnp Paribas, Fiorani finisce in prigione, Fazio abbandona Palazzo Koch bombardato dalle intercettazioni e l'epopea degli immobiliaristi naufraga insieme al tentato attacco di Stefano Ricucci al Corriere della Sera. Zunino ha sempre cercato di tenersi alla larga, ma anche il suo gruppo Risanamento, nel frattempo impegnato nella costosa costruzione del quartiere Santa Giulia a Milano, finisce nella mani delle banche creditrici.

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