Coronavirus

L'Fmi mette sotto osservazione l'Italia: ecco la previsione da incubo

Il Fondo monetario inquadra il nostro Paese sotto la sua lente. Debito eccessivo e crescita lenta non fanno ben sperare. Nel 2020 debito pubblico al 155% del Pil

L'Fmi mette sotto osservazione l'Italia: ecco la previsione da incubo

"L’inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui", direbbe William Shakespeare, perchè l'Italia è finita sotto la lente del Fondo Monetario Internazionale. Debito eccessivo e scarsa crescita sono due elementi, due criticità che intrecciandosi hanno fatto diventare il nostro Paese un grande malato da tenere sotto controllo. Ne parla Vitor Gaspar, il direttore del dipartimento degli Affari fiscali del Fondo monetario (Fmi) durante la conferenza stampa di presentazione del Fiscal Monitor.

"La crescita italiana è stata molto deludente negli ultimi tre decenni - ha notato Gaspar - la sfida maggiore dell’economia italiana è di essere competitiva". Per questa ragione le conseguenze del coronavirus saranno più gravi che altrove. Riduzione delle entrate fiscali e aumento della spesa, porteranno nel 2020 il deficit all’8,3 per cento, rispetto all’1,6 per cento registrato nel 2019. La situazione migliorerà l’anno prossimo quando il disavanzo calerà al 3,5 per cento. La previsione, però, è da prendere con grande prudenza. Nessuno, neanche il più attrezzato ufficio studi del mondo, in questo momento, può dire che cosa accadrà fra dodici mesi. Più attendibili le stime per il 2020 del debito pubblico che si attesterà al 155,5 per cento del Pil rispetto al 134,8 per cento del 2019.

Peggio di noi solo il Giappone, per il quale l’Fmi stima un balzo al 251,9%. Gli Stati Uniti arriveranno al 131,1% dal 109% dello scorso anno. Il debito francese salirà al 115,4%, Germania al 68,7%, Spagna al 113,4%. "La pandemia ha aumentato le necessità di bilancio spingendo i governi ad azioni senza precedenti per salvare vite umane, proteggere le persone e le imprese più colpite dalle perdite di reddito, dalla disoccupazione e dai fallimenti", scrive il rapporto del Fmi.

"Tempi eccezionali richiedono azioni eccezionali", dice Kristalina Georgieva, l’economista bulgara che ha preso il posto di direttore dopo Christine Lagarde. "Questo è un momento cruciale per la comunità internazionale e sono necessarie misure straordinarie per contenere l’epidemia, proteggere le persone e porre le basi per consentire all’economia globale di rimbalzare", aggiunge. Il debito dei governi mediamente è salito di 8mila miliardi di dollari di cui 7mila solo nei Paesi del G20. Il rapporto con il Pil è salito di 13 punti al 122,4%.

Per questo Gaspar invita i governi a fare tutto il necessario ricordando però di "conservare gli scontrini". Un invito al senso di responsabilità. Soprattutto rivolto a quei governi tentati di approfittare dell’emergenza sanitaria per aprire i cordoni della spesa pubblica senza controllo. Ovviamente non fa nomi. Ma non è difficile leggere in questa ammonizione un invito alla moderazione verso i Paesi maggiormente indebitati come l’Italia.

Il Fondo Monetario comunque è pronto a intervenire. Ha a disposizione mille miliardi per le misure urgenti e già 102 Paesi hanno fatto richiesta di soccorso. Corretta quindi l’iniziativa del G20 che ha sospeso il servizio del debito alle nazioni più povere fino alla fine dell’anno. Il costo umano ed economico della pandemia, infatti, si è intensificato a un ritmo allarmante.

"Le risposte del governo dovrebbero essere rapide, concertate e commisurate alla gravità della crisi sanitaria, con gli strumenti fiscali che assumono un ruolo primario", dice il Fondo. La priorità, salvare vite umane, richiede una spesa totalmente accomodante per i test e le cure. Ma anche il distanziamento sociale che impone costi ancora maggiori per la riduzione della produzione, minori entrati fiscali e la necessità proteggere persone e aziende.

La pandemia e le sue conseguenze finanziarie ed economiche causeranno un forte aumento dei deficit e del rapporto di debito pubblico rispetto alle proiezioni precedenti. Quando la produzione diminuisce, le entrate diminuiranno. Secondo le stime le entrate saranno inferiori al 2,5 per cento del Pil globale rispetto alle stime fatte lo scorso ottobre 2019 per il 2020. Eccoci qui a stilare dati. Numeri che questa volta fanno male.

Per un Paese, l’Italia, al centro della tempesta.

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