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Coronavirus, Ocse lancia l'allarme: "Italia a crescita zero"

Secondo l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico il coronavirus è una minaccia senza precedenti per l'economia mondiale

Coronavirus, Ocse lancia l'allarme: "Italia a crescita zero"

"Una minaccia senza precedenti per l'economia globale". L'Ocse lancia l'allarme, sottolineando come il coronavirus rappresenti il più grandi pericolo dalla crisi finanziaria a oggi. Un pericolo che azzoppa la crescita economica dell'Italia e che mette il freno a quella globale, condannata anch'essa a una frenata, seppur meno brusca di quella tricolore.

L'Organizzazione parigina per la cooperazione e lo sviluppo economico taglia di mezzo punto percentuali le stime di espansioni mondiali per il 2020 e pronostica un 2020 a crescita zero per il Belpaese.

A causa del Covid-10, nel suo Interim Economic Outlook, l'Ocse stia che il Pil globale quest'anno crescerà del 2,4%, contro il +2,9% del 2019. Nel rapporto di legge: "Tutto ciò insieme al forte deterioramento dei mercati mondiali e alle crescenti incertezze deprimerà la crescita del Pil nella prima parte dell'anno e potrebbe spingerla sotto lo zero nel primo trimestre del 2020". E, se le cose dovessero ulteriormente peggiorare, l'Ocse prevede che la crescita globale potrebbe addirittura dimezzarsi rispetto alle previsioni di novembre e fermarsi all'1,5% nel 2020.

Ne report è allarme rosso in Italia, dove per colpa del virus "cinese", l'economia rimarrà ferma al palo: tenendo conto dell'emergenza internazionale, viene calcolato che il Pil nostrano nel 2020 resterà fermo, dopo il +0,2% del 2019 e contro il +0,4% previsto per quest'anno nell'Economic Outlook di novembre. Per il 2021 l'Ocse stima invece una ripresa a +0,5%, lasciando invariata la sua previsione di novembre. Le cifre dell'Ocse sono peggiori di quelle del governo, il quale a settembre, nella nota di aggiornamento del Pil aveva pronosticato un +0,4% per il 2020 e un +0,8% per il 2021.

Sulla stessa barca dell'Italia anche la Corea, che hanno anche indotto misure di contenimento come quarantene e chiusure delle frontiere, anche se su scala minore, mentre in Cina – Paese del focolaio – la situazione è assai peggiore. Qui, si legge, "gli sforzi di contenimento del coronavirus hanno comportato quarantene e restrizioni diffuse sulla mobilità dei lavoratori e sui viaggi, con conseguenti ritardi non pianificati nel riavvio delle fabbriche dopo le vacanze del Capodanno lunare e tagli drastici in molte attività del settore dei servizi. Queste misure implicano una notevole contrazione della produzione mentre persistono gli effetti dell'epidemia".

In ultima battuta, l’Ocse si appella alla finanza, chiedendo alle principali banche centrali di mantenere "politiche monetarie accomodanti, per garantire che i tassi di interesse a lungo termine rimangano bassi", così da fronteggiare le incertezze e le turbolenze finanziarie legate al coronavirus.

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