Economia

Ci svuotano le tasche? Ecco cosa può succedere

Spunta il mini-rinvio sulle cartelle fiscali. Ma la crisi può far saltare la rottamazione. Ecco che cosa ci aspetta

Ci svuotano le tasche? Ecco cosa può succedere

Non c'è soltanto la pandemia, e la crisi di governo in atto rischia di essere un boomerang incredibile per milioni di contribuenti italiani. Infatti, da lunedì 18 gennaio si ripresenterà il problema delle cartelle esattoriali che, se non saranno subito sospese, busseranno alla porta degli italiani.

Cosa si rischia

Nella giornata di ieri, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha incontrato i sindacati interni per avvisarli che saranno potenziate le presenze agli sportelli per far fronte al prevedibile aumento degli accessi da parte dei contribuenti. L'Agenzia proverà a partire, d'accordo anche con il ministero dell'Economia, con il freno a mano tirato e dilazionare il più possibile l'invio delle cartelle. Ma per farlo servirà, anche in questo caso, l'appiglio di una norma di legge. Una volta liberati gli atti, per i funzionari inviare le raccomandate è un obbligo

Ci siamo occupati di recente (qui il nostro pezzo) delle oltre 50 milioni le cartelle esattoriali che, ancora bloccate a causa di richieste di rettifica di pagamento di Iva, Irap, Irpef, tasse comunali e sanzioni amministrative di vario genere (e congelate dall'emergenza Covid), sono pronte a partire nei prossimi mesi. Come riportato dal Messaggero, la decisione dovrebbe arrivare davvero in extremis, nelle prossime ore: in attesa di sapere che fine farà il governo Conte, Matteo Renzi vuole che si voti sia lo scostamento di bilancio, che viaggia verso i 30 miliardi, sia il prossimo decreto ristori.

Quali sono i nodi

I nodi da sciogliere sono diversi e tutti complicati: l'esecutivo è disposto ad affrontare la pioggia di cartelle esattoriali con una nuova rottamazione, un saldo-e-stralcio ed un condono per una parte degli atti, almeno quelli derivati agli errori dei controlli automatici, gli errori di compilazione delle dichiarazioni ma non a quelli già frutto di accertamenti (considerati frutto di evasione scovata). Oppure, sarebbe possibile l'"evasione da sopravvivenza", che si ha quando un commerciante dichiara correttamente l'Iva ma non la versa per mancanza di liquidità.

Una nuova rottamazione

E poi ci sarebbe una nuova rottamazione, ovvero la possibilità di pagare come in passato le cartelle ricevute senza l'applicazione delle sanzioni (molto pesanti) e degli interessi di mora, e potendo rateizzare il dovuto in tempi lunghi. Si tratterebbe della quarta operazione del genere in pochi anni. In questo caso, però, il tutto sarebbe giustificato dall'emergenza pandemia. In ogni caso, per poter condonare o rommarare le cartelle vanno prima consegnate perché i contribuenti devono essere messi a conoscenza dei loro debiti verso il Fisco. In questo caso arriva in aiuto anche un'altra norma che verrebbe inserita nel provvedimento, ovvero una diluizione della consegna degli atti nel tempo.

L'operazione "di pulizia"

Ma le opzioni non finiscono qui, perché sul tavolo c'è anche un'altra misura chiesta dallo stesso Ruffini e spinta anche dal vice ministro dell'Economia Laura Castelli. Si tratta di una operazione di pulizia del cosiddetto "magazzino dei ruoli" dell'Agenzia delle Entrate - Riscossione: nei propri cassetti, il Fisco possiede oltre 900 miliardi di vecchie cartelle, molte delle quali ormai non più riscuotibili perché intestate a soggetti falliti o anche deceduti. Una mole di atti che impegna comunque gli uffici dell'Agenzia sottraendo risorse e tempo alle somme che invece potrebbero essere recuperate.

Le falle del Milleproroghe

Con il decreto Milleproroghe del governo di fine anno il problema era già noto ma non si è trovato alcuna soluzione per la sospensione delle cartelle esattoriali. Con il progetto di invio di 4 milioni di raccomandate al mese permane, dunque, il rischio di ordine pubblico e sanitario con le inevitabili ed interminabili code agli sportelli, da evitare per la maggioranza giallorossa che almeno sulla carta pare impegnata ad evitare gli assembramenti, viste le scelte effettuate per la scuola e le attività commerciali falcidiate dalle limitazioni. Non da ultimo resta il problema del rischio crisi economica per numerosi cittadini ed altrettante aziende e imprese nazionali.

La proposta

Parlavamo della Castelli, che ha rilanciato sui propri social network la proposta di alcune iniziative per mitigare l'impatto del Fisco su interi settori già colpiti dalla crisi generata dalla pandemia. Le cartelle che si genereranno nel 2021 per posizioni maturate nel 2020 e in anni precedenti «vanno gestite con un metodo straordinario, pensando che il Covid è stato, ed è, un evento straordinario e devastante», ha scritto Castelli. "Una parte per i più fragili, ad esempio, andrà rimandata, e una parte, per chi è nelle condizioni di poterlo fare, andrà trattata in bonis, facendo pagare con uno sconto su sanzioni e interessi", ha proseguito.

L'esponente dell'M5s, tuttavia, non ha chiuso la porta a un'altra ipotesi che sembra farsi strada negli ambienti politici: l'allungamento della possibilità di rateizzare i debiti fiscali oltre i 10 anni fin qui previsti nonché l'applicazione di "sconti" ad hoc. La sortita potrebbe allungare la vita al governo ma a una condizione: fare presto. E nella serata ieri il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto per bloccare l'invio delle cartelle per il mese di gennaio. Una mossa piccola che non cancellerà la valanga fiscale che si appresta ad abbattersi sugli italiani tra poche settimane..

.

Commenti