Così Passera prepara le cessioni di Intesa

Oltre 6 miliardi di euro dalle cessioni bancassurance e dall’esame di nuove opzioni per Eurizon. La fase due del processo di dismissioni di Intesa Sanpaolo potrebbe passare anche per questi due asset, con un beneficio sull’indice di patrimonializzazione Core tier 1 stimato, in questo momento, in circa 100 punti base. Prima il completamento delle cessioni annunciate e più o meno avviate: da Fideuram alla banca depositaria, dalla quota in Findomestic a quella in Sia Ssb. Ma il futuro di Intesa potrebbe riservare nuove operazioni, capaci di ridisegnare profondamente il perimetro e il volto stesso dell’istituto. Vediamo, dunque, nel dettaglio le «cartucce» di grosso calibro che l’amministratore delegato Corrado Passera potrebbe sfruttare in futuro per completare il percorso di rafforzamento della base patrimoniale della banca.
Bancassurance. I tempi di un’eventuale cessione non saranno brevi, come ha detto Passera. Bisognerà aspettare il processo di ristrutturazione dell’intera area, conseguente al riacquisto delle quote di minoranza di Intesa Vita e al consolidamento delle quattro società che gestiscono le polizze. Poi ci sarà la decisione. Ma l’opzione di vendita, fino al 100%, è sul tavolo e potrebbe essere il piatto forte delle cessioni. Con un valore stimato in 4-4,5 miliardi, il bancassurance potrebbe garantire una plusvalenza di oltre 500 milioni e un impatto positivo sul Core tier 1 - da solo - di 50 punti base.
Eurizon. Una seconda operazione di peso potrebbe essere quella su Eurizon Capital. La controllata viene in questo momento valutata sui due miliardi di euro, ma anche in questo caso l’apporto in termini di rafforzamento della banca si aggirerebbe su una cinquantina di punti base. A differenza però del bancassurance, qui le ipotesi potrebbero essere più varie. Ovvero, la scelta non sarebbe solo fra tenere o vendere Eurizon Capital. Potrebbe anche essere considerata la costituzione di una joint venture con altri operatori del settore, probabilmente stranieri. Lo sbarco in Borsa potrebbe accompagnare questa soluzione, con la possibilità per Intesa di diminuire progressivamente la propria partecipazione.
Neos. Potrebbe essere un’altra delle carte che Passera vorrà giocarsi. Anche qui i tempi non sono immediati, ma la banca sembra convinta di come questo business (credito al consumo basato su reti esterne di promotori) non sia strategico. Con una valorizzazione di Neos attorno ai 200 milioni di euro, la cessione garantirebbe un impatto positivo sul Core tier 1 di altri di 10 punti base.
Intanto, le manovre sono già partite. La vendita del 50% di Findomestic ai francesi di Bnp Paribas è in corso di perfezionamento, mentre per Fideuram è stata ufficializzata la trattativa con Exor. Per il 33% di Sia Ssb, la società di servizi It per il settore finanziario, ci sarebbero invece già alcune offerte vincolanti. Mentre le attività di banca depositaria, negli obiettivi, dovrebbero essere vendute l’anno prossimo.
Aggiungendo Eurizon e il bancassurance alle operazioni già in cantiere, ecco dunque delineato il piano di dismissioni da 15 miliardi di controvalore, annunciato da Intesa Sanpaolo alla fine di settembre, al momento del no definitivo ai Tremonti bond. Un piano che Passera ha illustrato durante le ultime riunioni dei consigli per convincere azionisti e vertici a seguirlo nella sua strategia di smarcamento dagli aiuti di Stato e che permetterebbe a Intesa Sanpaolo di innalzare il proprio coefficiente di patrimonializzazione fin del 2,5% complessivo nei prossimi anni. Senza contare che il gruppo potrebbe anche puntare, in parallelo, a una valorizzazione degli asset immobiliari, sull’esempio di quanto sta facendo Unicredit (altri 2 miliardi di euro, secondo quanto risulta al Giornale). Per capire la portata del piano basta d’altra parte confrontare due numeri: i 15 miliardi di asset cedibili e la capitalizzazione attuale di Ca’ de Sass in Borsa, attorno ai 37 miliardi di euro.

Dal risparmio gestito alle polizze, dai servizi bancari al credito al consumo. Tutti settori dai quali Intesa Sanpaolo potrebbe progressivamente distaccarsi, trasformandosi sempre di più in una tradizionale banca retail.

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