Superano i 32 miliardi (+1,2%) i ricavi del settore delle telecomunicazioni in Italia nel 2017. E salgono a 54 miliardi, oltre il 3% del Pil nazionale, includendo media e servizi postali, ossia le altre due voci che compongono il mercato delle comunicazioni con una crescita dello 0,9%, un dato positivo dopo anni difficili. Lo dice la relazione annuale dell'Agcom, l'Autorità del settore presieduta da Angelo Cardani che ieri ha presentato i numeri al Parlamento. Il boom dei collegamenti a Internet ha fatto tornare il segno «più» agli investimenti infrastrutturali (+1,6%), che sono stati pari a 7 miliardi. Del resto la crescita del settore tlc è dovuta all'accelerazione registrata nella diffusione degli accessi broadband e ultrabroadband (ossia la rete in fibra) da rete fissa (+3,8%), in grado di compensare positivamente la complessiva riduzione registrata per i servizi di rete mobile (-1,9%).
Il miglioramento delle prestazioni in termini di copertura delle reti a banda ultralarga è stato netto tanto che l'Italia è passata in un solo anno dal 23° posto nel 2016 al 13° nel 2017 nella classifica degli stati membri dell'Unione Europea. L'incremento del consumo di banda e traffico dati (+30%) è dovuto alla crescente domanda di contenuti video online su rete fissa e in misura maggiore da mobile (+48%).
Notevole dinamismo si osserva nel segmento dei servizi di accesso fixed wireless (Fwa), i cui ricavi mostrano una crescita prossima al 30%, con un numero di utenti che ha superato il milione. Il 2017 per Agcom è l'anno della «tv liquida», stimando in circa 3 milioni il pubblico dello streaming, e fino a 12 milioni quello abituale del download di contenuti televisivi sui smarphone e pc. La televisione tradizionale dimostra però segni di tenuta importanti, sia in termini di valore economico sia in termini di ascolti, con una audience media nel prime time serale stabilmente sopra i 25 milioni di contatti.
La Tv è inoltre ancora il mezzo con la maggiore valenza informativa. Sky Italia, Rai e Mediaset detengono circa il 90% delle risorse complessive. Al primo posto si colloca Sky, con una quota del 33%. Seguono Rai e Mediaset entrambe al 28%. In continua discesa l'editoria, quotidiana e periodica, che decresce del 5,2% rispetto al 2016. Nell'ultimo decennio, il settore, ha perso circa metà del suo peso economico. Sale invece del 12% la pubblicità online che vede tra i maggiori beneficiari Google e Facebook. Il risultato è che la pubblicità sull'online vale ora 2,2 miliardi mentre la raccolta pubblicitaria di quotidiani, periodici e radio assieme non arriva a 1,9 mliliardi. Agcom ritiene però che il ruolo della stampa sia fondamentale per l'informazione e chiede anche una riflessione profonda sul trattamento dei cosidetti Big Data, che altro bnon sono che dati sensibili che gli utenti lasciano quando navigano in rete.
Quanto alla
concorrenza nelle tlc sul mercato di rete fissa continua l'espansione della rete in fibra di Open Fiber nelle aree oggetto di finanziamenti pubblici, mentre nel mobile l'arrivo di Iliad ha creato nuova concorrenza nel settore.
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