Economia

Crisi, i giovani di Confindustria: "Persa ogni speranza, l'unica prospettiva è la rivolta"

Da Santa Margherita Ligure l'appello al governo: "Non chiediamo miracoli ma statisti". E sulle misure da attuare: "Sul Fisco la priorità è il cuneo, non l'abolizione dell'Imu"

Crisi, i giovani di Confindustria: "Persa ogni speranza, l'unica prospettiva è la rivolta"

Il grido di allarme degli industriali cresce di giorno in giorno. Al nuovo governo chiedono un piano economico capace di invertire la rotta su cui i tecnici hanno portato il Paese. La priorità deve essere la lotta alla recessione. "Hanno svuotato il domani di speranza e colmato il presente di angoscia", ha spiegato il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Jacopo Morelli spiegando che "senza prospettive per il futuro l’unica prospettiva diventa la rivolta". Da qui l'appello al governo di perseguire "sviluppo, libertà economica e coesione sociale".

Al convegno Scateniamoci. Liberiamo l’Italia dalle catene, organizzato a Santa Margherita Ligure dai giovani industriali, la rotta tracciata punta sulla responsabilità del governo Letta che "non è chiamato a ripetere quello che già si fa o a farlo un po' meglio" ma a "compiere quanto al momento nessuno fa". "Il nuovo governo deve dare un progetto concreto di futuro - ha spiegato Morelli - disegnare l’Italia che sarà tra dieci anni. La capacità di visione per un leader è essenziale". I giovani di Confindustria non chiedono un governo che faccia miracoli, ma un esecutivo che "agisca sulla competitività del Paese". Insomma miracoli no, statisti sì. "Nell’estate del 1513 Machiavelli inizia a scrivere Il Principe, in una Italia tormentata da incertezze e lotte. Oggi, dopo 500 anni, le similitudini non mancano", ha continuato il presidente dei giovani di Confindustria invitando le istituzioni a non fingere e a evitare di sprecare altre occasioni. Tra le priorità tracciate c'è in primis il mercato del lavoro. I giovani di Confindustria hanno infatti chiesto "uno strumento universale e flessibile". Le tesi dei giovani sottolineano che non serve "il sussidio a pioggia del reddito di cittadinanza" ma "una sorta di reddito minimo a tempo condizionato all’attiva ricerca di lavoro e alla formazione professionale". Per i giovani di Confindustria "anche quei 4 milioni di immigrati che stanno cambiando conformazione all’Italia" sono "come i giovani e le donne che nella disuguaglianza rimangono ai margini". Ed anche a loro "devono essere date risposte. Le norme sull’immigrazione non possono essere improntate sulla paura. Dell’Immigrazione l’impresa ha bisogno". Più in generale, "un Paese diseguale è un Paese inefficiente".

Più che l'abolizione dell’Imu sulla prima casa, la priorità dei giovani industriali è "il livello di tassazione su lavoro e imprese". "Se sull’Imu in governo è intervenuto in 10 giorni - ha spiegato Morelli - sul cuneo fiscale non si intravedono riforme all’orizzonte". Per la Confindustria, i 120 miliardi di euri bruciati dall'evasione fiscale sono una ferita, mentre i 60 miliardi di corruzione sulle spalle del nostro Paese sono un macigno. "Qualcuno accusa gli imprenditori e Confindustria di ripetere le stesse cose.

Ribattiamo che non siamo ripetitivi per mancanza di argomenti, ma purtroppo perchè, da troppo tempo, continuiamo ad essere bloccati sui soliti problemi", ha concluso Morelli sottolineando che l’Italia "per troppi anni non si è mossa".

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