Crisi? Per il lusso non esiste

Fino ad oggi non era stato toccato neppure marginalmente dalla crisi. Per il mercato della moda e del lusso la curva del fatturato non solo ha avuto sempre un “più” davanti, ma ha puntato sempre verso l’alto: avanti e in crescita. Il 2012 segna un rallentamento. L’incremento si aggira sull’8 per cento scarso, contro il 12 per cento dello scorso anno. E le previsioni per il 2013 confermano il trand. Questo il dato emerso dal “Fashion and luxury insight” l’annuale rapporto realizzato dalla Sda Bocconi e da Fondazione Altagamma che analizza i bilanci di 77 imprese internazionali quotate e con un fatturato superiore ai 200 milioni di euro. “I primi dati del 2012 gettano un’ombra sul quadro”, ha detto Paola Varacca Capello della SDA Bocconi, coautore del rapporto. “Abbiamo i dati preliminari di 53 delle 77 società e non sono molto buoni: la crescita rallenta decisamente, dal 12,1% al 7,8%, e la profittabilità ne risente, come evidenziato dal risultato operativo, che passa dal 10,1% al 9,6%”.“Le dimensioni d’impresa rimangono un driver cruciale della profittabilità”, ha aggiunto Emilia Merlotti della SDA Bocconi, coautore del rapporto. “Le società più grandi, con fatturato superiore ai 5 miliardi di euro, hanno performance migliori degli altri sia in termini di redditività degli investimenti, sia di risultato operativo.

D’altro canto, però, registrano tassi di crescita inferiori”.

In definitiva, i segmenti Gioielli e orologeria e Abbigliamento sono quelli con le performance migliori dell’anno, con tassi di crescita e redditività degli investimenti al di sopra della media.

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