Crollano le vendite al dettaglio, calano anche i consumi di alimentari

Calo del 2,1% su base annua. L'urlo dei commercianti: "Anche peggio delle previsioni. Urgono interventi immediati"

Crollano le vendite al dettaglio, calano anche i consumi di alimentari

Numeri da incubo quelli che giungono dal mondo del commercio: come rileva l'Istat, nel 2013 le vendite al dettaglio sono crollate del 2,1% rispetto all'anno precedente, e questa volta il dato riguarda anche gli alimentari. Si tratta del dato più alto dal 1990, cioè da quando vengono fatte le rilevazioni. Le vendite dei beni alimentari sono calate del 1.1% (il ribasso più forte dal 2009), mentre per quelle dei prodotti non alimentari il dato si attesta al 2,7%; significativi anche i numeri relativi al mese di dicembre, quando, nonostante le festività natalizie, si è avuto un calo del 2,6% su base annua. In una crisi che colpisce tutta la grande distribuzione, fanno eccezione, non a caso, i discount alimentari, che registrano un aumento dell'1,6% nel valore delle vendite.

Una flessione superiore alla media interessa gli acquisti di abbigliamento (-2,7%), calzature (-3%), elettrodomestici (-3.1%), e persino di farmaci (-2,4%). Anche il Codacons ha definito il 2013 un "anno nero" per i consumi delle famiglie, denunciando una contrazione dei consumi per 40,8 miliardi: "Tra il 2012 e il 2013 gli acquisti delle famiglie sono calati complessivamente del 5,8%, bruciando la bellezza di 40,8 miliardi di euro in due anni" - ha spiegato il presidente Carlo Rienzi - "Di fronte a questi dati il 2014 non farà registrare segni positivi e il calo dei consumi da parte delle famiglie si attesterà sul -0,8%. Questi dati dovrebbero far riflettere il nuovo Governo Renzi sull'esigenza assoluta e urgente di ridare potere d'acquisto ai cittadini per far riprendere le vendite, aumentare i consumi, e salvare migliaia di attività del commercio dal fallimento."

I dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica sono stati commentati con amarezza anche da Confcommercio, che ha chiesto un taglio delle tasse da effettuarsi immediatamente, e ha chiarito che la ripresa è ancora tutta da costruire: "È assolutamente prioritario" - fanno sapere da Confcommercio - "Intraprendere un'azione di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese utilizzando una frazione rilevante delle risorse derivanti tanto dalla lotta all'evasione quanto dalla riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione per il taglio delle prime aliquote dell'Irpef a partire già dalla prossima primavera."

Un allarme che è stato ripreso anche da Confesercenti, che richiama l'attenzione sul crescente numero di imprese costrette a chiudere per la crisi: "Ormai siamo all'emergenza

nazionale: la flessione record delle vendite nel 2013 certifica il terzo anno consecutivo di crollo della domanda interna. Il 2013 ha registrato la cessazione di 46.061 imprese, per un saldo finale di 18.618 unità in meno."

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