Economia

La cultura dà lavoro a 830mila persone

Dal settore l'1,7% di ricavi. De Felice: «Volano fondamentale»

La cultura dà lavoro a 830mila persone

Con la cultura si mangia a dispetto del sentire comune. «La cultura genera fatturato e crea occupazione», esordisce Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, presentando un'indagine dedicata al settore a cura della Direzione studi e ricerche del gruppo e di Mediocredito Italiano. Lo studio ha coinvolto 119 aziende ed è stato redatto con la collaborazione della Fondazione Fitzcarraldo e di alcune delle principali associazioni di categoria del settore, spaziando dai contenuti video, all'editoria, dagli spettacoli dal vivo ai musei.

In dettaglio, secondo i dati Eurostat ricordati da De Felice, le imprese culturali e creative tricolori generano l'1,7% del fatturato (in linea con la media europea) e il 2,3% del valore aggiunto delle aziende italiane (rispetto al 2,7% europeo) e danno lavoro a 830mila persone (il 3,6% degli occupati nazionali rispetto al 3,8% europeo). Si tratta di imprese «vive»: più dell'82% del campione della ricerca ha infatti dichiarato di aver investito negli ultimi tre anni, prevalentemente sull'innovazione tecnologica e di prodotto, mentre il 60% investirà nel biennio 2019-2020. Non solo. Più della metà degli intervistati si aspetta un aumento delle attività nei prossimi due anni.

Si tratta di realtà che «rappresentano un volano fondamentale» per lo sviluppo del Paese con un potenziale ancora da scoprire capace di «innescare un circolo virtuoso tra la ricchezza del patrimonio culturale e il benessere die cittadini», sostiene l'economista. Per De Felice tuttavia «maggiori risorse sono cruciali per favorirne la crescita in un contesto di forti cambiamenti».

Ad ostacolare la crescita sono però tre elementi: il peso della burocrazia, il difficile accesso alle risorse e l'incertezza dei contributi pubblici, fondamentali soprattutto per le imprese culturali. «La mancanza di finanziamenti è particolarmente sentita in un contesto in cui stanno mutando le abitudini e le modalità di fruizione di beni e servizi culturali e creativi», ribadisce Stefano Firpo, direttore generale di Mediocredito Italiano. In particolare, metà delle imprese intervistate ritiene prioritario per svilupparsi, ottenere finanziamenti a medio lungo termine, con modalità di rimborso adeguate alla propria attività programmata, in genere, su periodi pluriennali; oltre a potersi interfacciare con consulenti specializzati negli istituti i credito.

Ca' de Sass sta attrezzandosi con un desk dedicato di Mediocredito per centrare proprio queste esigenze in un mercato delle imprese culturali e creative, capace di crescere più che proporzionalmente agli investimenti.

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