Washington caput mundi. Da oggi, e fino a domani, gli occhi della comunità internazionale saranno puntati sulla capitale statunitense, dove si giocano due partite importanti: quella sui dazi che Donald Trump intende introdurre sull'import di acciaio e alluminio a partire da venerdì prossimo; e quella sui tassi Usa, con il primo rialzo da un quarto di punto orchestrato dal neo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. Sono nodi che rendono nervose le Borse, tutte in ribasso ieri (Milano ha perso l'1% circa, Wall Street scendeva dell'1,5% a un'ora dalla chiusura).
Il tema più scottante riguarda le tariffe addizionali, il detonatore di una possibile guerra commerciale. La tensione resta molto alta: il tycoon sembra non voler recedere dai suoi propositi, nonostante le pressioni non solo a livello globale, ma anche delle principali associazioni commerciali americane che hanno invitato il presidente a fermarsi dall'istituire dazi sui prodotti cinesi. La battaglia, infatti, è soprattutto tra Cina e Stati Uniti, come confermato ieri a Buenos Aires all'apertura del G-20: le due potenze puntano a imporre la loro posizione sulla relazione finale dell'incontro. Ad alimentare il braccio di ferro hanno contribuito le parole del sottosegretario agli Affari internazionali del Dipartimento del Tesoro di Washington, David Malpass, ha prima dichiarato finito il dialogo economico con Pechino, per poi correggere il tiro. I cinesi, però, non hanno gradito: i commenti di Malpass «non sono molto amichevoli, nè obiettivi», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying. Difficile che il comunicato finale riesca a risolvere una controversia che riguarda anche l'Europa, con la Germania tirata in ballo da Trump con l'accusa di «essersi approfittata» degli Usa. Berlino sembra comunque ottimista. «Abbiamo la sensazione, Wilbur Ross (il segretario del Commercio Usa, ndr) e io, che questa settimana potremmo trovare una soluzione comune», ha detto il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, durante un discorso alla Casa Bianca. Il commissario Ue al Commercio, Cecilia Malmstroem sarà comunque oggi e domani a Washington per discutere del rincaro dei dazi proprio con Ross. La posizione di Bruxelles è nota: si chiede all'amministrazione americana l'esenzione dalle gabelle, pena azioni di ritorsione su alcuni prodotti, a cominciare dagli alfieri dell'american style of life come Levi's e Harley Davidson. L'affaire dazi arriva in un momento delicato per la Fed. La banca centrale deve quest'anno continuare il processo di normalizzazione della politica monetaria avviato da Janet Yellen. L'interrogativo principale riguarda però se, da qui a dicembre, Eccles Building darà tre o quattro giri di vite al costo del denaro.
Powell potrebbe meglio precisare domani la propria posizione durante la conferenza stampa che seguirà il direttivo del Fomc. Inoltre, potrebbero non mancare toni critici per lo stato delle finanze Usa: per la prima volta nella storia, il debito statunitense ha superato l'asticella dei 21mila miliardi di dollari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.