Decreto fiscale, quel pasticcio su bollo auto e noleggio dei veicoli

Chi noleggia un veicolo a lungo termine deve saldare la spesa del bollo in proprio ma il passaggio dei dati è bloccato. Possibile slittamento a giugno

Decreto fiscale, quel pasticcio su bollo auto e noleggio dei veicoli

Le nuove regole contenute nell'ultimo decreto fiscale e introdotte quest'anno cambiano completamente le carte in tavola per quanto riguarda il pagamento del bollo auto per il noleggio di un veicolo a lungo termine.

In altre parole, spiega Il Sole 24 Ore, coloro che noleggiano un auto per un corposo lasso di tempo devono mettere mano al portafoglio e saldare la spesa del bollo, nonostante questa sia compresa nel contratto.

È questo il contenuto della comunicazione ufficiale inerente alla complicata applicazione delle nuove regole portate dal Dl 124/2019, per l'esattezza articolo 53 comma 5-ter. Nelle prossime settimane il governo proverà ad aggiustare la caotica situazione con la conversione in legge del decreto milleproroghe (dl 162/2019) ma permangono dubbi sulla gestione del sistema del bollo.

In particolare, il decreto fiscale ha cambiato l'articolo 7 della legge Sviluppo del 2009, per l'esattezza la numero 99, e ha stabilito che la responsabilità del pagamento, per il noleggio così come per il leasing, deve ricadere sull'utilizzatore del veicolo - sia esso un privato, un'azienda o un ente locatario - e non sul proprietario del mezzo, ovvero il noleggiatore. L'unica eccezione riguarda la responsabilità solidale tra le due parti citate, che scatta quando il noleggiatore si avvale della possibilità di eseguire pagamenti cumulativi per l'intera flotta che controlla.

Allo stesso tempo l'articolo 7 era stato modificato nel 2016 per fare in modo che il gettito fosse attribuito alla Regione di residenza dell'utilizzatore e non a quella del proprietario-noleggiatore. Dal 2015 l'utilizzatore deve essere noto anche alla pubblica amministrazione, e l'identificazione avviene mediante una comunicazione all'Anagrafe nazionale veicoli. I dati sono tuttavia incompleti visto che per i mezzi pesanti non esiste alcun obbligo e che altri messi leggeri non hanno inviato alcuna informazione.

Problemi e soluzioni

In ogni caso oggi c'è un problema non da poco: il sistema di riscossione non riesce a capire a quale regione vada attribuito l'incasso, quindi è impossibile applicare oggi le novità del decreto fiscale. L'Aci era persino arrivata a bloccare la riscossione del bollo per i veicoli a noleggio. Alcune regioni sono tuttavia andate avanti nonostante “le regole per il pagamento sono ancora in via di definizione” e nonostante gli stessi noleggiatori non possano attivare pagamenti cumulativi.

Per uscire dall'impasse diventa necessario procedere “per dati dichiarati”. In altre parole, l'interessato dovrebbe sottoporsi alla seguente trafila: recarsi a uno sportello abilitato agli incassi (ma anche alle modifiche dei database regionali) e portare con sé il suo contratto di noleggio per farsi inserire all'interno di questi archivi per poi pagare il dovuto. Solitamente i luoghi adibiti sono gli uffici Aci e le agenzie di pratiche.

Il guaio è che, stando agli attuali contratti di noleggio, il pagamento è a carico del noleggiatore, il quale ha nella gestione del bollo un punto di forza della sua offerta e, tra l'altro, percepisce pure un compenso sul servizio effettuato. Dunque il passaggio dati richiesto è bloccato.

Resta da capire come comportarsi con i clienti delle pubbliche amministrazioni e con i clienti che intendano sostenere in

proprio la spesa del bollo. L'unica possibilità per evitare l'anarchia più assoluta è rinviare il tutto almeno fino a giugno. Sarebbe tuttavia richiesto anche un decreto interministeriale per limare i dettagli più critici.

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