Deloitte: "In Italia spesa per i beni di consumo ai livelli del 1998"

Lo rivela un'analisi Deloitte per il 2013. Tra le prime 250 aziende al mondo sei italiane, la migliore Ferrero

Deloitte: "In Italia spesa per i beni di consumo ai livelli del 1998"

Nel 2013 la spesa pro capite per i beni di consumo tra le famiglie italiane è tornata ai valori del 1998. Un salto all'indietro di 16 anni, messo in luce da uno studio del "Global Powers of Consumer Products 2014" pubblicato oggi da Deloitte, una delle quattro maggiori compagnie di analisi finanziaria del mondo.

Dario Righetti, responsabile nazionale per il settore del Consumer Business di Deloitte spiega come questo dato "ha interessato soprattutto i beni ed in particolare quelli durevoli come auto, arredamento, elettrodomestici (-12,4%) e semi durevoli (-9,4%). Questa contrazione -prosegue Righetti- è fortemente condizionata dalle sfavorevoli dinamiche occupazionali, dal reddito disponibile delle famiglie e dalla ormai sempre più crescente diseguaglianza nella distribuzione dei redditi nel nostro Paese che è tra le più alte d’Europa."

Nel 2013 però il mercato delle vendite mondiali di beni di consumo è cresciuto dello 0,4%: le vendite delle prime 250 aziende hanno superato i 3.130 miliardi di dollari, segnando una crescita dello 0,4% rispetto all'anno precedente.

"Samsung è sempre al vertice - si legge nell'analisi di Deloitte- ma Apple conferma le sue performance in forte crescita (+45%), mentre Nestlè supera Panasonic e raggiunge il terzo posto". Il colosso sudcoreano dell'elettronica si conferma leader nel settore dei beni di consumo per il sesto anno consecutivo, con un fatturato annuale da 178 miliardi di dollari.

Tra i primi 250 nomi sono sei i gruppi italiani, per un mercato di 39,1 miliardi di dollari e una crescita percentuale dell'8% rispetto allo scorso anno. La migliore è stata Ferrero, con oltre 10 miliardi di dollari di ricavi e l'84° posizione in classifica. A seguire, tra le italiane, Luxottica (92°), Pirelli (101°), Barilla (152°), Indesit (204°) e Perfetti Van Melle (235°).

"Tutti i sei gruppi italiani in classifica hanno visto aumentare le proprie vendite e migliorare i propri margini e la profittabilità.

Nonostante ciò, non tutte sono riuscite ad incrementare la propria posizione in classifica, principalmente per colpa delle difficoltà del bacino del Mediterraneo che ha registrato performance dei distributori nettamente migliori in Medio Oriente, Sud America e Asia rispetto all'Eurozona", commenta Righetti.

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