L'onda degli scandali legati alla compravendita di derivati colpisce Merrill Lynch. La guardia di finanza, su disposizione della Procura di Verona, ha sequestrato ieri, presso la sede milanese della banca d'affari Usa, 15 milioni nell'ambito di un'inchiesta su operazioni di finanza derivata stipulate dal comune scaligero. Il reato ipotizzato è quello di truffa aggravata. Interpellata da Il Giornale, la banca d'affari preferisce non commentare l'accaduto.
Lo scorso gennaio, l'ente guidato da Flavio Tosi, aveva sporto denuncia alla Procura in relazione ai contratti derivati stipulati nel 2007 con la banca d'affari americana, sotto l'amministrazione di centro sinistra di Paolo Zanotto. Secondo le ricostruzioni della Procura, Merrill avrebbe indotto il Comune di Verona a sottoscrivere derivati per un importo nozionale superiore ai 256 milioni, sostenendo la convenienza economica di una simile operazione di ristrutturazione del debito. La banca inoltre avrebbe omesso, con dolo, l'indicazione di commissioni occulte implicite per oltre 15 milioni a danno della città di Romeo e Giulietta. La Finanza ha quindi sequestrato, in via preventiva, una simile somma nella disponibilità di Merrill Lynch, pari all'ammontare dell'illecito profitto. Nell'ambito dell'inchiesta sono tre i funzionari della banca d'affari Usa indagati per truffa aggravata ai danni di un ente pubblico e nell'ordine: Barry Ryan, direttore di Merril Lynch Financial Service Limited e di Merrill Lynch Group Holdings Limited Barry, Nicolas Lowmass, dirigente di Merrill Lynch Corporate Service Ltd e Marco Massucco, vice presidente pro tempore del Public sector strategic solution group di Merril Lynch international bank.
Il problema derivati d'altro canto accomuna piccole e grandi amministrazioni. A inizio estate si parlava di potenziali perdite per il Tesoro di 8,1 miliardi su derivati stipulati negli Anni '90 per assicurare a Roma l'ingresso nell'eurozona e poi rinegoziati all'alba del 2012. Via XX settembre aveva rassicurato sul fronte del rischio perdite, ma il tema rimane bollente visto che il Tesoro ha in essere strumenti derivati per l'importo mostruoso di 160 miliardi (pari al 10% del debito). Una polveriera che contagia anche le amministrazioni locali.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.