Gli esami patrimoniali europei potrebbero concludersi con una mezza bocciatura, ma danni limitati, per Monte Paschi e Carige, le due principali indiziate italiane. Eba, Bce e Bankitalia diffonderanno i risultati domani a mezzogiorno. Ecco perché in Piazza Affari sia Mps (che sale del 10,6% sopra un euro e 5 miliardi di capitalizzazione), sia Carige (+3,9%) hanno recuperato, con istituzionali e hedge fund rapidi a rioccupare le posizioni liberate nei giorni scorsi: solo per Rocca Salimbeni sono passate di mano 266 milioni di azioni, pari al 5,2% del capitale.
Entrambe starebbero comunque approntando delle soluzioni dell'ultimo minuto, da portare in cda forse domani stesso. Nel dettaglio la banca guidata da Fabrizio Viola, che paga 100 milioni di interessi sul miliardo di Monti Bond che ha ancora in pancia, procederebbe alla vendita di alcuni asset (polizze o credito al consumo) e ricorrerebbe a bond ibridi, già utilizzati da Unicredit, convertibili in capitale Tier 1. Siena eviterebbe quindi di chiedere altro denaro direttamente ai suoi azionisti, Fondazione Mps in testa, dopo l'aumento da 5 miliardi concluso la scorsa estate.
Carige dovrebbe invece riuscire a cedere in extremis le sue due controllate assicurative al fondo americano Apollo: il boccone vale 200-250 milioni, ma non è escluso che Genova abbia bisogno anche di altre risorse fresche per rispettare il paletto patrimoniale del «Cet 1» nello scenario statistico peggiore previsto dagli stress test.
In tutto il Vecchio continente sarebbero invece 25 (su un totale di 130 analizzate) le banche da bollino rosso secondo i calcoli della Bce sulla base dei bilanci 2013. La pattuglia effettiva si ridurrebbe tuttavia a una decina di gruppi (e 6-7 miliardi di fabbisogno) una volta considerati i rafforzamenti patrimonali conclusi quest'anno: solo le banche quotate a Milano hanno raccolto più dieci di miliardi. E anche la tedesca Deutsche Bank, ritenuta sul filo della bocciatura, potrebbe farcela: dopo l'aumento di capitale da 8,5 miliardi varato nei mesi scorsi il suo capitale di vigilanza «Cet 1» sarebbe all'8,8%, al di sopra quindi dell'8% minimo richiesto nell'asset quality review.
I rischi, per Deutsche e per alcune banche di media dimensione tedesche, per alcuni istituti spagnoli, portoghesi, irlandesi e ciprioti si concentrano peraltro principalmente sullo scenario avverso degli stress test, dal quale occorre uscire con un «Cet 1» minimo del 5,5%. Le banche bocciate avranno quindici giorni per indicare quali misure intendono approntare e 60-90 giorni per raccogliere il capitale mancante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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