La casa automobilistica Opel, da circa un anno del gruppo francese Psa, rischia di dover richiamare 100mila veicoli diesel costruiti tra il 2012 e il 2017. I modelli coinvolti sono Zafira, Cascada e Insignia. Lo ha annunciato il ministero dei Trasporti tedesco. La vicenda è uno sviluppo dello scandalo dieselgate del 2015 che colpì Volkswagen. Ed è in corso un'indagine per frode della Procura di Francoforte, nata da una denuncia dell'Autorità federale dei trasporti tedesca (Kba), l'equivalente della motorizzazione italiana. Opel avrebbe commercializzato automobili con un software per truccare i dati sulle emissioni dei gas di scarico. Ieri mattina la polizia ha perquisito gli uffici Opel di Rüsselsheim e Kaiserslautern. L'azienda ha ammesso le indagini, ha detto di voler collaborare ma ha anche riferito che «i suoi veicoli sono conformi alle normative» in vigore al momento delle omologazioni. La Kba ha fatto sapere che «già nel 2015 erano stati trovati dispositivi non ammissibili» e nel 2016 era stato intimato a Opel di sistemare i software incriminati. Ma a oggi l'azienda avrebbe completato solo il 70% degli interventi richiesti.
Pertanto, il ritiro dei veicoli è ormai imminente. In Italia, l'Unione nazionale consumatori ha chiesto al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, di verificare «se in Italia circolano auto Opel con manipolazione dolosa del software».
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