Distretti, la ripresa arriverà nel 2014

Se tutto va bene, nel 2014 le filiere dei distretti industriali italiani potranno agganciare la ripresa globale. È quanto emerge dal quinto Rapporto annuale, curato dal Servizio studi di Intesa Sanpaolo e presentato dal ceo Enrico Tomaso Cucchiani, sulle pmi italiane che operano «in rete». Le stime sul fatturato prevedono, dopo la recessione del 2012 (-2,8%), un andamento decisamente stagnante quest'anno (+1,1%) e una crescita più sostenuta (+4%) nel 2014.
Si tratta, in ogni caso, di una peculiarità tutta italiana da salvaguardare. Come ha fatto notare il chief economist di Intesa, Gregorio De Felice, i distretti nel biennio 2010-2011 hanno fatto meglio delle aziende che non operano in network conseguendo un incremento dei ricavi superiore (+9,6% e +5,8% a fronte di un +7,7% e di un +4,3%). La maggiore propensione all'export, che ha pesato per il 51% del fatturato nel 2011, rende queste aziende più dinamiche. Una classifica stilata utilizzando come parametri il margine dell'ebitda e l'evoluzione dei ricavi mostra come il distretto della gomma nella Bergamasca, l'occhialeria di Belluno (trainata da Luxottica) e la pelletteria di Firenze siano veri e propri fiori all'occhiello.
Il problema, però, è riuscire a tenere insieme tutta la catena produttiva. Se Luxottica e Gucci sono riuscite - praticamente - a estendere il loro merito di credito ai subfornitori, in molti casi non è così. E ciò non fa che aumentare il rischio percepito considerato che, in media, queste imprese hanno circa il 75% del debito sul breve termine e si devono confrontare con tempi di pagamento dei clienti spesso superiori ai tre mesi.
Ecco perché il ceo di Intesa Sanpaolo, Cucchiani, partendo dal presupposto che il sistema bancario italiano stima 129 miliardi di crediti in sofferenza (13% dell'erogato) nel 2012, ha evidenziato un elenco di priorità destinato ai policy maker.

Al primo posto c'è la riduzione dello spread, ma al secondo ci sono le riforme del sistema del lavoro ancora troppo ingessato e della giustizia che non ha tempi certi e, dunque, non invoglia gli investimenti. Il terzo punto fondamentale sono le privatizzazioni: troppo Stato e troppo welfare non sono più sostenibili.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica