Guerra in Ucraina

Stretta su condizionatori negli uffici pubblici: cosa cambia

Un emendamento collegato al dl bollette ha stabilito nuove misure per risparmiare elettricità e gas negli uffici pubblici: ecco cosa cambia per condizionatori e termosifoni

Stretta su condizionatori negli uffici pubblici: cosa cambia

È arrivata una stretta a termosifoni e condizionatori nelle pubbliche amministrazioni: dal primo maggio 2022 al 31 marzo 2023, la media ponderata della temperatura degli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi centigradi (più 2 gradi di tolleranza) e non dovrà essere minore dei 27 gradi (meno due gradi di tolleranza). È previsto da un emendamento al decreto legge bollette approvato dalle Commissioni Ambiente e Attività produttive delle Camera. Nello specifico, per risparmiare, il governo ha deciso che la temperatura dei condizionatori non deve essere minore dei 27 gradi e quella dei termosifoni non dovrà superare i 19. Dalla norma sono esclusi ospedali, cliniche e case di cura.

La risposta alla crisi energetica

Come abbiamo visto sul Giornale.it, il premier Mario Draghi aveva domandato se fosse meglio la pace o il condizionatore acceso, il cui significato è strettamente legato alla dipendenza italiana dal gas russo. "Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace", affonda. Ma rassicura, perché anche senza il gas russo "fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all'autunno". Da qui, la decisione di iniziare a risparmiare qualcosina negli uffici pubblici previsto dal nuovo emendamento. Oggi, secondo una disposizione del 2013, la temperatura è fissata rispettivamente a 20 gradi e 26 gradi, sempre con 2 gradi di tolleranza: i limiti, quindi, saranno ritoccati di un grado.

Il consumo di condizionatori e termosifoni

Secondo l'Istat, almeno il 70% delle spese energetiche delle famiglie è per riscaldamento e raffreddamento degli appartamenti. D'inverno, il 50,3% usa il gas e il 18,3% l'energia elettrica. "In particolare quest’ultima - sottolinea Legambiente nel suo rapporto Civico 5.0 - per effetto dei cambiamenti climatici che vede città sempre più calde, inizia ad assumere un ruolo sempre più rilevante spostando, ad esempio, il picco dei consumi elettrici dai mesi invernali a quelli estivi". Lievita, così, il costo delle bollette della luce che nel 2019 è stata pari a 47,31 euro/mese, in pratica il 34% della spesa energetica complessiva media di ogni famiglia: "1.639,72 euro l’anno di media per i consumi energetici dell’abitazione, nello specifico 136,64 euro al mese di cui 89,33 euro/mese per il gas", si legge su Repubblica.

Secondo alcune indagini del settore, il condizionatore è l'elettrodomestico che consuma di più in assoluto con una media di 450 KW/h l'anno e una spesa media di 120 euro. Al secondo posto si trovano i frigoriferi: quelli più moderni, di classe A, sempre attivi, consumerebbero circa 305 Kw/h. Tra gli elettrodomestici più utilizzati, consumi alti anche dai phon da 1800 Watt che, usati per mezz'ora al giorno, consumano 290 KW/h mentre una lavatrice di classe A, con 260 cicli l'anno, consuma circa 240 KW/h. Secondo i dati della Terna, il 23,7% dei consumi complessivi riguardano gli usi domestici. E poi, il 44,9%, riguarda l'industria mentre il 29,1% si rifà al settore dei servizi.

Come ormai sappiamo, invece, il 39% del gas è il fabbisogno energetico italiano di cui il 40% proviente dalla Russia.

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