Economia

Altro pasticcio sui bonus: chi ha chiesto il congedo non può avere i 600 euro

Il bonus e il congedo parentale fanno acqua da tutte le parti. Ora la stessa maggioranza chiede modifiche in Parlamento. Anche l’Inps cerca spiegazioni

Altro pasticcio sui bonus: chi ha chiesto il congedo non può avere i 600 euro

Tra le pieghe del dl Rilancio, quel decreto che avrebbe dovuto raddrizzare la spina dorsale dell’economia italiana, si evidenzia giorno dopo giorno un fatto: fa acqua da tutte le parti. Accade così che, il bonus babysitter e il congedo parentale straordinario, mostrano delle crepe evidenti. Delle incongruenze che fanno discutere. Aprono, insomma, uno strascico di insoddisfazione tra i potenziali beneficiari. Queste due misure non solo sono incompatibili, ma non si possono nemmeno intrecciare.

Prendiamo come esempio una famiglia italiana come tante. Secondo Repubblica, se la mamma o il papà hanno chiesto in marzo o aprile il congedo di 15 giorni per stare a casa con i figli (al 50% dello stipendio), ora in giugno potrà chiederne solo altri 15 e sempre con busta paga dimezzata. Non potrà cioè sostituire i 15 giorni aggiuntivi di congedo con il bonus babysitter. Le due norme, come abbiamo scritto, non sono compatibili. E vediamo il perché: se uno dei due genitori ha già usufruito dei primi 600 euro del bonus babysitter, dal primo giugno potrà chiederne altri 600 euro, ma non potrà sostituire il bonus con 15 giorni di congedo. Un intreccio complesso che spiega tutta l’inadeguatezza del governo di fronte alle esigenze delle famiglie italiane. Se, infatti, questo dovrebbe garantire l’assistenza ai minori, così crea soltanto un bel pasticcio.

La contraddizione investe poi il nuovo doppio uso che si può fare del bonus babysitter, da spendere anche presso i centri estivi, non appena riapriranno. Se uno genitore ha chiesto i primi 15 giorni di congedo ed è costretto a rinnovarli anziché accedere ai 600 euro, non potrà utilizzare il bonus per i centri estivi. La stessa maggioranza ha proposto di modificare in Parlamento la norma del decreto Rilancio così da consentire l’intreccio tra le due misure di aiuto ai genitori. L’Inps, nel frattempo, ha chiesto un parere al ministero del Lavoro e attende una risposta.

Sempre all’Inps, intanto, piovono domande. Si informa con una nota che si stanno implementando le procedure telematiche per l’adeguamento delle norme in materia di bonus babysitter dopo che il decreto Rilancio ha previsto l’incremento dell’importo complessivo della misura da 600 a 1.200 euro (per chi chiaramente non lo ha già utilizzato). L’importo complessivo massimo è pari a 1.200 euro per i lavoratori dipendenti del settore privato nonché per i lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata, per i lavoratori autonomi iscritti all’Inps e alle casse professionali.

Per i comparti sicurezza, difesa e soccorso pubblico e per il settore sanitario, pubblico e privato accreditato, sottolinea l’Inps, il limite massimo è stato invece aumentato a 2mila euro. Il dl Rilancio ha previsto inoltre che il bonus, in alternativa, può essere erogato direttamente al richiedente, per la comprovata iscrizione ai centri estivi, ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio-educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia.

Tutto possibile, al netto dei limiti evidenti previsti della legge.

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