Economia

Arriva il "turbo" Superbonus: cosa accade in 3 mesi

Il Superbonus 110% è esteso a case di cura, ospedali, collegi, ospizi e caserme. Niente da fare per gli alberghi

Arriva il "turbo" Superbonus: cosa accade in 3 mesi

Importanti novità legate al Superbonus 110% contenute nel decreto Semplificazioni potrebbero imprimere un’accelerazione a tutti i lavori e, in particolare, agli interventi nel condominio.

In base al testo, articolo 34 del dl approvato ieri dal Consiglio dei ministri, le operazioni effettuate con l’agevolazione saranno considerate manutenzioni straordinarie e potranno essere realizzati con una Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila). Questa semplificazione non potrà essere applicata agli interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione. Niente più verifica di doppia conformità, dunque. La novità mira a tagliare i tempi del Superbonus 110% di almeno tre mesi con risparmi, per minori adempimenti burocratici, previsti dal ministero della Pubblica amministrazione in circa 110 milioni di euro.

In questo modo si eviteranno le lunghe attese per accedere alla documentazione degli archivi edilizi dei Comuni, che ammontano in media a circa 3 mesi per ogni immobile oggetto di verifica. Con queste novità il Superbonus 110% viene equiparato a tutti gli altri bonus fiscali, ai crediti di imposta edilizi e, in particolare, al bonus facciate del 90%. Nell’estensione del Superbonus rientrano case di cura, ospedali, poliambulatori ma anche collegi, ospizi e caserme mentre sono esclusi agli alberghi e le pensioni (con fini di lucro).

Dall’Abi, l’Associazione bancaria italiana, arrivato un chiarimento su come usufruire della cessione del credito d’imposta per gli interventi edilizi che rientrano nei Bonus Casa, tra cui figura il Superbonus 110%. Per gli istituti di credito sarà sufficiente la certificazione della regolarità urbanistica delle parti comuni per portare avanti la cessione dei crediti fiscali. Quindi non si guarderà alle singole unità immobiliari dei condomini.

Una decisione, questa, contestata duramente da Federalberghi."Una grande delusione per essere stati esclusi dal Superbonus", ha dichiarato all’Adnkronos il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. Quest’ultimo ha ricordato che nella bozza “gli alberghi erano ricompresi, ma poi di fatto sono stati esclusi. Sono, invece, entrati i collegi e le case di cura private". "Noi ci contavamo molto su questa misura – ha aggiunto- perché i nostri alberghi, ormai fermi da oltre un anno, hanno bisogno di manutenzione e riqualificazione. È una grande delusione, ma combatteremo al fianco dei ministri, come Garavaglia, che ci sono battuti per introdurre questa misura". "Speriamo che in fase di conversione si possa rimediare. Stiamo spendendo centinaia di migliaia di euro per ristrutturare in termini impiantistici le nostre strutture ricettive. Il Superbonus per gli alberghi è indispensabile", ha concluso Bocca.

Duro anche il commento di Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione italiana Confindustria Alberghi: "Siamo sconcertati. Il passo indietro dell’esecutivo sull’estensione agli alberghi del Superbonus è l’ennesima doccia fredda per il settore. Le nostre imprese così drammaticamente colpite dalla crisi, sono costrette a ricorrere massicciamente al credito per resistere dopo 14 mesi di fermo pressoché totale".

La Colaiacovo ha evidenziato che "la ripartenza da sola non basta, si interrompe l’emorragia ma non si può recuperare la perdita accumulata in questi lunghi mesi di fermo".

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