dal nostro inviato all'Aquila
Un investimento di 30 milioni in due anni. Con questa cifra Dompé, azienda biofarmaceutica da 250 milioni di fatturato, ha completato l'ampliamento del sito produttivo e di ricerca dell'Aquila dove produce, tra gli altri, il farmaco sviluppato dalla proteina scoperta da Rita Levi Montalcini. Sergio Dompé, presidente e ad dell'omonimo azienda, ha sottolineato l'importanza dell'investimento «che consolida la nostra presenza in questo territorio e con una forte connotazione di innovazione». Dal 1993, anno dell'insediamento in Abruzzo del gruppo milanese, sono stati investiti nell'area aquilana oltre 200 milioni di euro dei quali 41 milioni relativi al contratto di Sviluppo da 41 milioni siglato a fine 2014. È previsto anche un incremento della forza lavoro. «Siamo già saliti - ha spiegato Dompé - di 25 unità, saliremo di altre 25 e sono tutti tecnici super specializzati e si tratta di posti di lavoro con un indotto fortissimo: 25-50 posti di lavoro ne creano altri 150-200».
Lo stabilimento dell'Aquila è anche un esempio di network con altre aziende farmaceutiche concorrenti. Lo stesso sito ospita un impianto della Menarini e Dompé collabora anche con Chiesi Farmaceutici. «È un settore in cui bisogna collaborare per competere - ha ribadito Dompé - capendo che siamo in condizione di ridurre il gap sugli altri paesi se sappiamo metterci insieme e collaborare tra aziende». Le esportazioni del settore farmaceutico «sono cresciute del 77% in cinque anni e nel 2018 il trend sta continuando», ha commentato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, anche lui presente all'evento. L'Italia «è il secondo Paese europeo per presenza industriale farmaceutica e la nostra produzione nel medio termine supererà quella della Germania: è finita l'epoca in cui vendevamo le aziende farmaceutiche ai gruppi esteri perché abbiamo ripreso a investire».
Dompé investe ogni anno in ricerca il 15% del fatturato e nello stabilimento dell'Aquila studia lo sviluppo di farmaci per bisogni terapeutici ancora non soddisfatti, nei campi dell'oftalmologia, dell'oncologia, della diabetologia e dei trapianti di organi. L'azienda, fondata a Milano nel 1940, tra cinque anni, ha evidenziato Dompé, sarà sempre più orientata sul biotech.
«Un'impresa che investe nel territorio è un fatto positivo per la comunità e per il Paese», ha chiosato a margine della cerimonia il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, evidenziando l'importanza dell'intervento non soltanto in un'area meridionale ma soprattutto in un'area colpita dal terremoto.
«Bisogna sempre avere sempre chiara l'idea che il nostro è un Paese che deve attrarre investimenti e non spaventare investitori», ha concluso rivolgendosi al ministro Di Maio. «C'è una regola non scritta di chi fa investimenti: quando si finisce è tempo di ricominciare», ha concluso Dompé.
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