Credito alle imprese, disoccupazione, stato dell'arte dell'economia nell'Eurozona insieme alle relative rassicurazioni sulla politica dei tassi e a una stima sui primi segnali della ripresa. Infine, un accenno alla Grecia con la quale «bisogna «congratularsi; il governo di Atene va invitato a procedere sulla strada delle riforme, adesso che si vedono i frutti, anziché voler rivedere la storia con gli occhi di oggi».
Il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, parlando al Parlamento Ue, ha affrontato le questioni di maggior impatto, e tornando ai singoli Paesi, ha rilevato come «in Spagna e in Italia c'è stato qualche segnale incoraggiante per il miglioramento della competitività che, però, in generale, ha fatto pochi progressi nell'Eurozona, mentre sono stati fatti buoni passi avanti per il consolidamento di bilancio».
Ma è sul tema lavoro che Draghi ha mostrato le maggiori preoccupazioni: «La disoccupazione giovanile è una tragedia - ha affermato - ma i bilanci vanno risanati». E a chi gli chiedeva di fare chiarezza sui tempi di attuazione di un intervento concreto contro la mancanza dilavoro per i giovani, Draghi ha risposto che, per Francoforte, «un mandato è sufficiente» (il varo di un piano d'azione congiunto dell'Ue per promuovere l'occupazione giovanile è stato al centro di un recente vertice a Bruxelles).
Dalla mancanza di lavoro nell'area euro, che ha toccato la quota record del 12,2% (23,8% quella tra gli under 25 in maggio), alle necessità delle imprese di accedere ai finanziamenti del sistema bancario. In proposito il capo dell'Eurotower, pur impegnandosi insieme a Bruxelles, a stimolare la ripresa del credito bancario, ha però precisato che «non sarebbe giusto costringere gli istituti a fare prestiti a clienti con elevate probabilità di insolvenza o che non hanno clienti».
Secondo Draghi, in proposito, il mercato del credito bancario nell'area euro resta frammentato tra i vari Paesi, in particolare per quanto riguarda le condizioni relative alle imprese medio piccole. «In Spagna - l'esempio portato dalla Bce - i tassi richiesti sui prestiti alle Pmi sono di 2,3 punti percentuali superiori a quelli richiesti alle grandi aziende».
I mercati, da parte loro, hanno apprezzato le rassicurazioni arrivate da Francoforte sui «tassi che resteranno bassi» o «verranno anche tagliati per un periodo esteso di tempo». Una prospettiva che, insieme al dato positivo sul mercato del lavoro Usa di venerdì, ha spinto al rialzo i listini e, soprattutto, i titoli finanziari con lo spread Btp-Bund sotto 270 punti base (a Milano il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell'1,71%). In precedenza la Bce aveva sempre evitato di impegnarsi rigorosamente in qualunque direzione sul tema dei tassi, salvo lasciar intuire ai mercati un orientamento generico per le sue mosse a breve.
Draghi ha voluto sottolineare come, con questa linea, il consiglio direttivo dell'Eurotower ha reso «più incisiva» la sua comunicazione. Ed ecco l'altra dichiarazione a effetto del capo della Bce, secondo cui cui «l'economia dell'Eurozona dovrebbe stabilizzarsi e riprendersi durante il 2013, anche se a liveli sommessi».
La Banca centrale europea, infine, si è detta pronta a intervenire con acquisti di titoli dei Paesi che ne faranno richiesta. «La credibilità del programma Omt non è messa in discussione dall'azione in corso dell'Alta corte tedesca di Karlsruhe», ha puntualizzato Draghi.