Il reddito di inclusione attiva proposto oggi dal governo si traduce in 320 euro al mese per un nucleo familiare indigente composto da quattro persone mentre per i nuclei più numerosi si parla di un massimo di 400 euro. Cioè circa 80 euro a testa al mese. Ma guai a parlare di reddito minimo: non è un reddito garantito a ogni cittadino, ha spiegato oggi Giuliano Poletti, ma uno "strumento per la lotta alla povertà" pensato per accompagnare il superamento di una difficoltà momentanea.
Una misura "strutturale", assicura il ministro, ma per cui avranno precedenza le famiglie in "povertà assoluta", con figli minori e in presenza di particolari condizioni di disagio. "Vogliamo costruire un’infrastruttura per fare politiche di inserimento sociale", ha aggiunto Poletti, spiegando che il provvedimento sarà finanziato dalle tasse: "I cittadini pagano per sostenere altri cittadini in difficoltà".
Al momento verrebbero stanziati 600 milioni per il 2016 e un miliardo per il 2017, coinvolgendo così circa 280mila nuclei familiari per un totale di un milione di persone, circa la metà delle famiglie con minori in povertà assoluta.
Per questo all'inizio per ottenere il sussidio i requisiti sono: il numero di figli minori, la disabilità, l’essere madre single, l’Isee pari a zero e l’assenza di occupati nella famiglia. Inoltre chi otterrà il sussidio si impegnerà a mandare i figli a scuola e ad accettare i lavori che gli vengono proposti e a fare corsi di formazione professionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.