Economia

Ecco dove sono spariti davvero i bancomat: cosa sta succedendo

Sempre meno filiali e, soprattutto, sportelli Bancomat dove prelevare denaro contante: in 2.800 Comuni italiani non ce n'è nemmeno uno. "Danni per le comunità dei piccoli Centri"

Ecco dove sono spariti davvero i bancomat: cosa sta succedendo

Come avevamo scritto qualche tempo fa sul Giornale.it, gli sportelli bancomat si riducono con una velocità impressionante e prelevare denaro contante nei piccoli centri urbani del nostro Paese sta diventando sempre di più un'impresa.

Dove si riducono gli Atm

I numeri stilati Bankitalia e rielaborati dal sindacato Uilca non mentono: in quattro anni, dal 2016 al 2020, gli Atm sono diminuiti del 6,9% (da 36.754 a 34.204 unità) ma si riducono ancora di più le filiali, scese del 19,1% (da 29.039 a 23.480). Negli stessi anni, poi, i Comuni italiani che non hanno più nemmeno uno sportello bancomat sono ormai 2.800 (un'enormità) con un calo del 9,2% rispetto alla fine del 2015. Infine, per completare la panoramica sui numeri, nell'anno della pandemia si è ridotto il numero di sportelli per prelevare sia dentro le banche che al di fuori. Bancomat Spa comunica, di conseguenza, che nel 2020 i prelievi sono calati del 22% annuo (in totale 510 milioni di operazioni), per un totale di poco inferiore a 80 miliardi e con prelevi medi di 154 euro. Questo "rispecchia il cambio di abitudini dei consumatori nei confronti del contante", afferma la Società.

Il caso Umbria

Un caso emblematico viene dall'Umbria, una delle regioni italiane con il più alto tasso di anziani che hanno difficoltà ad usare il digitale che spesso sono impossibilitati ad utilizzare il cash. A Nocera Umbra c'è un solo bancomat che, se si rompe, costringe i cittadini a fare 30 chilometri per raggiungere Foligno. Il sindacato Fabi Umbria è sul piede di guerra mettendo in guardia dalla mancanza di banche sul territorio che sta svuotando i piccoli centri sia di sportelli che di Atm. "Cinque anni fa, in Umbria, si contavano 730 bancomat, ossia il 20% circa in più rispetto a oggi. E le filiali sono diminuite ancora di più" osserva il segretario regionale della Fabi, Enrico Simonetti, a Repubblica. In questo modo, la comunità subisce dei danni enormi. "Quale danno subisce la comunità di un piccolo paese che vede chiudere l'unica istituzione bancaria nel raggio di decine di chilometri e vede dissolversi rapporti professionali e umani? Chi occuperà il vuoto? Riteniamo che non si possa solo ragionare in termini di redditività, ma che debba esserci una responsabilità sociale verso i territori".

"Contante ancora necessario"

Il eesponsabile del Centro studi Uilca Orietta Guerra, Roberto Telatin, sottolinea che se è vero che si va in una direzione a favore dei pagamenti con carta e bancomat, "l'ultimo studio della Bce sottolinea come, nel 2019, il cash sia stato usato per il 73% delle operazioni al dettaglio nell'area dell'euro". Per questo motivo, "in Italia resta fondamentale facilitare l'accesso al prelievo mentre si cerca di digitalizzare il Paese". Il segretario Simonetti ha spiegato questi fenomeni con la necessità di far fronte, con gli sportelli automatici, alla forte riduzione di quelli fisici che ha caratterizzato gli ultimi anni. "Spesso - nota Simonetti - al posto di una filiale chiusa, resta un bancomat intelligente multifunzione, che per manutenzione e raccolta del denaro può essere più costoso di una macchina interna. Non di rado, capita che questi Atm si rompano".

L'aumento delle commissioni

La pandemia, però, ha accelerato anche il processo di ridimensionamento degli Atm: in questa fase, Bancomat Spa si trova al centro di un'istruttoria dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) perché vuole aumentare il costo delle commissioni quando si prelevano contanti da sportelli diversi da quelli della propria banca. Ne dovremmo sapere di più entro aprile 2022.

Intanto, però, milioni di consumatori si troveranno costretti ad usare la moneta elettronica invece del tanto caro denaro cartaceo.

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