Il confronto tra Grecia e creditori è ormai nella fase più critica. Un accordo tra le parti, chiesto ieri sera da migliaia di persone scese in piazza Syntagma ad Atene, è decisivo per sbloccare l'ultima tranche da 7,2 miliardi di aiuti e garantire il futuro di Atene nell'Eurozona. Il 30 giugno la Grecia dovrà restituire 1,6 miliardi al Fmi e il 20 luglio rimborsare alla Bce 3,5 miliardi di euro di titoli in scadenza. Ecco i tre possibili scenari.
SCENARIO 1, L'ACCORDO
Il governo Tsipras temporeggia per vedere cosa riesce ad ottenere, ma poi con l'avvicinarsi della scadenza del 30 giugno alza bandiera bianca e accetta le richieste dei creditori. Vengono sbloccati gli aiuti e la Grecia evita il default, rimborsando sia il Fmi che la Bce. Il risvolto della medaglia: Atene prosegue sulla strada dell'austerity con tagli a pensioni, stipendi e aumento dell'Iva.
SCENARIO 2, MURO CONTRO MURO
Atene non si arrende, e le banche sono le prime a essere colpite: la fuga dei correntisti accelerera a dismisura sul timore di un'uscita dall'euro. Per arginare la fuga dalle banche ed evitare il collasso, Atene può imporre restrizioni ai movimenti di capitali, come avvenuto a Cipro due anni fa. Arriva il 30 giugno e la Grecia non rimborsa il Fondo: è un default parziale. Tecnicamente, secondo le norme del Fmi, Atene va in arrears, ossia in arretrati col pagamento. La Bce comunque non chiude il rubinetto della liquidità di emergenza (Ela) ma, come ha detto il presidente Mario Draghi, il Paese precipita in «acque inesplorate».
SCENARIO 3, GREXIT
Dopo il mancato rimborso al Fondo, Atene non riesce a rimborsare nemmeno i 3,5 miliardi alla Bce: è praticamente default.
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