Il meccanismo di quota 100 è fin troppo chiaro: si va in pensione con 38 anni di contributi e 62 anni di età. Di fatto è questa l'ossatura dell riforma del sistema previdenziale che porterà al superamento della legge Fornero. Le finestre scatteranno da aprile per i privati e gli autonomi mentre i dipendenti pubblici dovranno attendere molto probabilmente ottobre per potre lasciare il lavoro. Fin qui i paletti noti della riforma.
Ma attenzione: c'è una novità non da poco. Nel testo che sta preparando il governo, come riporta il Messaggero, c'è un "codicillo" che spalancherebbe le porte della pensione già a 59 anni. Come sottolinea il quotidiano romano, sarà possibile ricevere un assegno anche prima dell'età d'uscita fissata a 62 anni. Facciamo chiarezza: le norme che regolano quota 100 prevedono fondi di solidarietà aziendali gestiti da associazioni di impresa e sindacati per dare prestazioni aggiuntive nei vari settori. Proprio questi enti, in presenza di nuove assunzioni, potranno erogare un "assegno straordinario per il sostegno del reddito a beneficio dei lavoratori che nei tre anni successivi raggiungano i requisiti specifici per accedere a quota 100".
Traduzione: si può lasciare il lavoro già tre anni prima rispetto al paletto dei 62 anni indicati dalla riforma. L'opzione però potrà essere usata solo grazie ad accordi all'interno delle stesse aziende che prevedeno un piano di assunzioni per sostituire il personale in uscita. Questa nuova opportunità però potrebbe alargare ulteriormente la platea degli aventi diritto.
Il tutto non avrebbe però costi aggiuntivi per le casse dello Stato. I fondi infatti verranno erigati direttamente dalle imprese sul modello della "isopensione", quell'assegno che alcune imprese pagano ai lavoratori in esubero per un periodo di tempo lungo fino a sette anni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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