Economia

Generali, terzo addio al cda. Lascia anche Sabrina Pucci

Consiglio di amministrazione in formato ridotto per Generali che si appresta a cooptare tre consiglieri nel board in scadenza il 29 aprile

Generali, terzo addio al cda. Lascia anche Sabrina Pucci

Consiglio di amministrazione in formato ridotto per Generali che si appresta a cooptare tre consiglieri nel board in scadenza il 29 aprile. Dopo lo strappo di Francesco Gaetano Caltagirone e le dimissioni Romolo Bardin (ad della Delfin di Leonardo Del Vecchio), anche Sabrina Pucci, consigliere indipendente ritenuta finora vicino alla Fondazione Crt, ha detto addio «per motivi personali» al board del Leone. Da Torino hanno precisato che «non vi è alcun consigliere nel cda di Generali riconducibile alla Fondazione». Pucci è stata consigliere indipendente in EssilorLuxottica tra il 2018 e il 2021. Il presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola ha ringraziato la professoressa «per l'importante contributo dato».

Scendono così a dieci i componenti del cda di Generali e, pur in assenza di obblighi di legge, il comitato nomine è stato incaricato di formulare proposte di cooptazione per garantire la buona governance del gruppo in vista del rinnovo del board. Appuntamento per cui lo stesso cda uscente sta procedendo alla formazione di una apposita lista. Il prossimo cda è atteso il 2 febbraio e ci sono tutte le premesse perché si tramuti in un evento cruciale tra nuovi ingressi, la necessità di procedere a una scrematura dei trenta candidabili al prossimo board e il possibile confronto sui temi sollevati dal «richiamo di attenzione» della Consob.

Il rinnovo del cda del Leone ha diviso i soci. Mediobanca (al 12,8% del capitale e al 17,2% dei diritti di voto), con De Agostini (in uscita), punta al terzo mandato per l'ad Philippe Donnet (in foto) con la lista del cda, percorso previsto dallo statuto, ammesso in dottrina, ma su cui finora il legislatore non si è espresso. Del Vecchio, Caltagirone e Fondazione Crt hanno dato vita a un patto di consultazione (al 16,2% del capitale e presumibilmente in rotta verso il 20%) contestando che la lista del board rappresenti la sola Piazzetta Cuccia e chiedendo una strategia di crescita più coraggiosa, pur in assenza di piani alternativi a quello di Donnet.

I lavori per la strategia, affidati a Bain Company e Fabrizio Palermo (ex Cdp, che alcuni vedono come possibile capolista per i pattisti), dovrebbero concludersi a metà febbraio, in tempo per presentare il piano a istituzionali (34,75%), enti (7,9%) e investitori retail (22,5%) di Generali.

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