La rete Tim, una volta scorporata in una società ad hoc, potrebbe generare un fatturato di 3,5 miliardi, a fronte di un margine operativo lordo di 1,7-1,8 miliardi e di un rapporto tra margine e fatturato tra il 49% e il 50%. I calcoli sono di R&S Mediobanca, che ha realizzato uno studio sul settore delle tlc: le stime sono state elaborate sulla base dei risultati dell'inglese Openreach (fatturato di 5,7 miliardi e mol intorno al 49%), la divisione di British Telecom che gestisce la rete con governance autonoma e separazione contabile.
Tra le ipotesi c'è che la nuova società della rete Tim possa avere 20mila dipendenti circa e restare quotata in Borsa mentre la parte servizi verrebbe scorporata e aperta alle alleanze; senza escludere una successiva Ipo. Sul tavolo dell'ad di Tim Luigi Gubitosi c'è sempre comunque il dossier della possibile fusione con Open Fiber, sponsorizzata dal governo. Ieri in Borsa il titolo è salito dell'1%: fondi internazionali starebbero acquistando per supportare Elliott nell'assemblea del 29 marzo prossimo.
Lo studio di Mediobanca si sofferma quindi sull'ingresso di Iliad nel mercato italiano che ha causato, confrontando i ricavi dei primi 9 mesi del 2017 con quelli del 2018, un impatto di circa 300 milioni sugli altri operatori, pesando anche sull'«Arpu», ovvero i ricavi medi per clienti. Tim comunque è il primo operatore mobile con il 31% di quota di mercato.
Prima dell'arrivo del ciclone Iliad che ha portato forti ribassi alle tariffe mobili nel 2017 i ricavi tlc nel nostro Paese erano cresciuti dello 0,9% a oltre 32,2 miliardi. Lontano, dunque, dai 57 miliardi della Germania.
Mediobanca spiega poi le criticità del mercato delle tlc europeo, dove Tim insieme a Telefonica è il gruppo che ha perso più ricavi negli ultimi 5 anni. In compenso nel 2017 la società italiana è la prima al mondo per investimenti in rapporto al fatturato (29%) e si è mantenuta su livelli alti anche nel 2015 e 2016. Per quanto riguarda gli utili nel quinquennio 2013-2017, vince Vodafone con 69 miliardi, staccando Telefonica (15,8 miliardi) e Deutsche Telekom (13,2 miliardi). Telecom si posiziona all'ottavo posto avendo accumulato utili per 3,5 miliardi, di cui 2 ottenuti dalla controllata brasiliana.
Quanto al fatturato il gruppo maggiore è Deutsche Telekom (74,9 miliardi nel 2017) mentre Telecom è settimana con 19,5 miliardi, in crescita del 4,4% rispetto al 2016, ma in calo del 15,1% sul 2013. In Italia è ovviamente prima mentre in seconda posizione, la filiale italiana di Vodafone (6,3 miliardi) ha scalzato Wind Tre che ha visto scendere i ricavi del 4,5% a 6 miliardi.
Se consideriamo i dati aggregati degli ultimi cinque anni, il fatturato si è ridotto per tutte le compagnie ad eccezione di Fastweb che ha segnato una crescita del 18,4%. Realizzando anche il maggior tasso medio di investimenti del periodo 2013-2017 (32,7%) e del solo 2017 (32%).
Il maggior mercato al mondo per il settore tlc è quello americano, che vale 310 miliardi, seguito da quello europeo con 213
miliardi mentre la Cina vale 179 miliardi. I primi tre operatori per fatturato nel mondo, nel 2017, sono nell'ordine At&t con ricavi per 133,9 miliardi, Verizon con 105,1 miliardi e la cinese China Mobile con 94,9 miliardi.
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