EI Towers rinuncia all'Opas su Rai Way e il titolo della controllata Rai ieri, in una giornata difficile per Piazza Affari, ha perso il 6,2% scendendo sotto i 4 euro. Le difficoltà per la controllata Mediaset di acquisire il campione delle torri di trasmissione della Rai erano apparse subito molto elevate anche se, secondo gli analisti, solo la creazione di una società unica per questo tipo di business garantirebbe un futuro alle due società che hanno una infrastruttura molto simile.
Ma l'Opas da 1,2 miliardi annunciata il 24 febbraio da Ei Towers, che puntava all'integrazione delle due società, si è scontrata prima con il rifiuto del governo Renzi a perdere il controllo di Rai Way, che è ancora al 65% di Rai mentre il 35% è quotato in Borsa, poi con i rilievi di Consob e Antitrust. Ei Towers ha quindi provato a ridimensionare le pretese, non chiedendo il controllo di Rai Way ma una quota di minoranza con partecipazioni incrociate al 40%, ma anche questa ipotesi è stata rigettata dalla Rai. La società guidata da Luigi Gubitosi ha infatti ribadito di non voler vendere nessuna quota a Ei Towers. Una posizione netta dunque che ha indotto la società delle torri controllata da Mediaset al 40% a rinunciare all'Opas, ma non alle speranze di razionalizzazione del business. La Rai infatti ha ribadito l'appoggio al progetto industriale della controllata «basato sul rafforzamento della posizione di mercato di Rai Way, anche tramite opportunità di crescita esterna ed operazioni di fusione e acquisizione».
Un segnale comunque importante anche perché, secondo gli analisti, il processo di consolidamento del mercato è inevitabile. Certo ci potrebbe essere un intervento di altri attori, come la Cdp che potrebbe fungere da polo aggregatore delle torri di trasmissioni tv. Certo la situazione non è semplice anche perché tutti i grandi player internazionali viaggiano su dimensioni molto diverse da quelle di Ei Towers e Rai Way, che hanno circa 2.600 torri ciascuna. Operatori come American Towers infatti viaggiano intorno alle 18mila torri. L'ipotesi allora è quella di far entrare in campo la Cassa depositi e prestiti, guidata da Franco Bassanini, che costituirebbe una società con la partecipazione per quote di Rai, Mediaset e La7.
Più futuribile l'ipotesi di mettere sotto lo stesso tetto le torri tv e quelle riservate alle telecomunicazioni dopo le mosse di Telecom , che presto porterà in Borsa le sue, e di Wind che ha venduto agli spagnoli di Abertis. Certo una soluzione dovrà essere trovata anche perché, lo sviluppo della rete a banda ultralarga, farà concorrenza sempre maggiore alla diffusione del segnale televisivo via etere. Del resto già alcuni anni fa l'allora presidente della Rai Roberto Zaccaria aveva tentato di vendere le torri Rai al gigante americano Crown Castle.
Intanto ieri i primi passi formali di Ei Towers che ha ritirato «la comunicazione dell'operazione di concentrazione trasmessa all'Antitrust il 24 febbraio scorso».
In una nota la società ha anche aggiunto che il consiglio si riunirà il prossimo 22 aprile «per le opportune deliberazioni in merito all'offerta». In Borsa Ei Towers ha perso il 2,2%.Il costo in miliardi di Rai Way per Ei Towers. L'incasso per la Rai sarebbe stato di 500 milioni
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