Endesa frena Enel: utile a 865 milioni

Endesa frena Enel: utile a 865 milioni

RomaLa Spagna, di questi tempi, non porta bene alle aziende italiane. Il bilancio dell'Enel, presentato ieri agli analisti e alla stampa insieme con il nuovo piano industriale 2013-2017, soffre non poco a causa della svalutazione per 2,5 miliardi delle attività della controllata Endesa. L'utile netto 2012 diminuisce del 79%, a 865 milioni, contro i 4,1 miliardi dell'anno precedente. L'indebitamento finanziario si riduce del 3,8%, sotto i 43 miliardi. Il dividendo proposto per l'esercizio 2012 è pari a 15 centesimi per azione, a fronte dei 26 centesimi dell'anno precedente. Un taglio netto e certamente sgradito per gli azionisti, compreso il Tesoro, che detiene il 31,24% del capitale: così via XX Settembre incasserà 440,2 milioni, oltre 320 milioni in meno del 2012. I numeri, a una prima lettura, non convincono i mercati.
Il titolo Enel cade del 5,98% ed appesantisce Piazza Affari (-1,74%). L'ad Fulvio Conti ritiene che si tratti di una reazione epidermica, e che quando il nuovo piano pluriennale sarà analizzato con attenzione, la «fumata nera» di ieri si trasformerà in bianca. Conti, comunque, non pensa che davanti al suo gruppo la strada sia agevole, tutt'altro. I principali Paesi in cui Enel opera - Italia e Spagna - sono mercati maturi e in recessione. In Spagna, per di più, il governo Rajoy ha imposto norme «eccessive e discriminatorie nei confronti di Endesa», come spiega l'ad della società iberica, Andrea Brentan.
Il quadro macroeconomico che fa da sfondo al piano strategico presentato dal gruppo presenta connotazioni negative, in particolare nei mercati di riferimento. In attesa della ripresa economica, Enel si concentra sul taglio dell'indebitamento, accelerando la riduzione dei costi, frenando gli investimenti (ma non in America Latina e nell'Est europeo) e prevedendo cessioni per 6 miliardi entro il 2014. La riduzione dei costi è prevista in 4 miliardi, per poter garantire un utile di 3 miliardi quest'anno, di 3,3 miliardi nel 2015 e di 4-5 miliardi nel 2017. Non sono alle viste, assicura Conti, ulteriori svalutazioni di Endesa e neppure un delisting.
I programmi, in Italia, prevedono il pensionamento delle vecchie centrali a gasolio e la riconversione dei siti. Conti promette che Enel non farà ricorso ad ammortizzatori straordinari per il personale: gli eventuali interventi sui dipendenti e il turnover saranno gestiti direttamente con accordi tra azienda e sindacato. É previsto anche un contributo del top management alla riduzione dei costi, con un taglio del 30% della retribuzione variabile (il 20% per gli altri dirigenti e il 100% per lo stesso Conti, come ad). Il taglio sarà attuato nel 2013, e varrà «alcune decine di milioni». Bloccati, nel frattempo, gli straordinari per l'intero personale amministrativo. Chiedono infine all'ad di Enel se sia preoccupato della situazione politica emersa dal voto, e dell'impatto eventuale del programma del «Movimento 5 Stelle» su un produttore di energia.

Conti auspica un governo «normale e stabile», e non teme all'apparenza una paralisi nello sviluppo delle infrastrutture nel Paese. Ma è chiaro che l'incertezza politica pesa su una società che ha lo Stato come azionista di riferimento.

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