Sofia Fraschini
In Brasile va in scena una nuova contesa a suon di Opa ed Enel alza la posta portando l'impegno finanziario per la conquista di Eletropaulo a quota 1,5 miliardi: 1,1 miliardi erano previsti, e restano confermati, nell'ambito dell'offerta di pubblico acquisto (Opa) lanciata in settimana per oltre il 50% del capitale a 28 reais brasiliani (6,6 euro), mentre altri 355 milioni riguardano l'ulteriore impegno della società per un aumento di capitale necessario alla preda sudamericana.
Una mossa con cui Enel tenta di neutralizzare la concorrenza della spagnola Iberdrola che per Eletropaulo aveva messo sul piatto meno soldi (25,51 reais brasiliani, 6,08 euro per azione), ma la garanzia di coprire la ricapitalizzazione. A bocce ferme, dunque, la nuova sfida tra Italia a Spagna (dopo quella giocata da Atlantia per la conquista di Abertis) vedrebbe, al momento, in vantaggio Roma: più soldi e l'impegno a fianco degli attuali azionisti di Eletropaulo (il flottante è del 73,36%, mentre il 26% è diviso tra lo Stato di San Paolo e la Banca Nazionale per lo sviluppo).
Fonti finanziarie, però, si attendono a ore una nuova offerta da parte degli spagnoli in area 30 reais (7,15 euro). E il primo a crederci, ieri, è stato il mercato con il titolo Eletropaulo che ha viaggiato per l'intera seduta oltre i 29 reais.
D'altra parte, che fosse una partita a suon di rilanci lo si era già capito. La prima offerta risale a inizio aprile quando l'utility locale Energisa ha messo sul piatto 19 reais brasiliani (4,5 euro). A complicare la scalata italiana potrebbero poi mettersi di traverso anche i cinesi. Sembrerebbe, infatti, che China State of Grid, attraverso la controllata Cpfl Energia, stia studiando un'ulteriore offerta per Eletropaulo.
D'altra parte la posta in gioco è notevole. Eletropaulo porta in dote 7,2 milioni di clienti che andrebbero a sommarsi agli attuali 10 milioni gestiti da Enel in Brasile, per un totale di oltre 17 milioni di clienti. Una quota di mercato del 20% che potrebbe rivelarsi un vero Eldorado se Enel conquisterà la società.
L'ad Francesco Starace potrà mettere in atto una serie di sinergie significative potendo, di fatto, esportare Oltreoceano il modello Italia: contatori digitali di seconda generazione e la fibra ottica di Open Fiber . Niente di meglio dato che Enel non può investire nel settore della distribuzione dell'energia in Italia e in Europa dove le è vietato come produttore di elettricità e deve quindi volgere le proprie attenzioni in altri continenti. E il Sud America, da questo punto di vista, presenta le maggiori opportunità, data la crescente domanda di energia e la necessità di collegare tutte le aree del Paese. Non è una coincidenza che la crescita del settore delle reti in Brasile sia stato uno dei punti centrali del piano dell'azienda guidata da Starace: lo sviluppo delle rinnovabili nel gigante sudamericano richiede, a cascata, il miglioramento e l'ulteriore sviluppo delle infrastrutture. Da qui l'impegno in Brasile, nel 2017 per oltre 2 miliardi, che per Enel rappresenta una bella fetta di mercato. A Rio e dintorni, il gruppo italiano opera nei settori della distribuzione, generazione, trasmissione e soluzioni energetiche. Inoltre, la sua capacità rinnovabile installata totale è di 2,9 GW, di cui 842 MW da energia eolica, 819 MW da solare fotovoltaico e 1,270 MW da idroelettrico. La società ha anche recentemente aggiudicato contratti per una capacità rinnovabile totale di oltre 1 GW nelle gare brasiliane A-4 e A-6.
Ad essere strategico per Enel è, comunque, tutto il Sud America dove negli ultimi anni è andato i scena un importante riassetto: i business in Cile, Argentina, Colombia, Perù e Brasile non sono più controllati da Endesa, ma sono passati direttamente sotto il cappello di Enel, che di Endesa è la controllante. Permettendo, ad esempio, che tutti gli evetuali dividendi arrivino direttamente alla capogruppo.
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