Energia al test dei conti. Eni accelera sul verde e Saipem vede la cedola

Pesa il calo del greggio, venerdì il piano del Cane a sei zampe. A2a al centro del risiko

Energia al test dei conti. Eni accelera sul verde e Saipem vede la cedola

Archiviati i bilanci delle banche, alla prova dei conti passano ora petroliferi ed energetici. Il primo appuntamento, in settimana, è per Saipem (che darà il preconsuntivo il 27 febbraio), cui seguirà Eni, il giorno dopo, con l'accoppiata numeri-strategy. Quanto agli energetici, il 25 toccherà ad A2A e, a metà marzo, sarà la volta dell'Enel di Francesco Starace.

Una prova, per l'Eni di Claudio Descalzi e per il gruppo guidato da Stefano Cao, che arriva in un contesto tutt'altro che facile. Il coronavirus avanza pericolosamente in Italia, spaventando i mercati, e ha già iniziato a colpire il comparto petrolifero. Dopo l'Opec, il cartello dei Paesi produttori, anche l'Agenzia Internazionale dell'Energia ha infatti lanciato l'allarme sugli effetti del «contagio cinese» sulla crescita internazionale: ha tagliato le stime per il 2020 sulla domanda globale di greggio portandola a 825mila barili al giorno, il livello più basso dal 2011. E ha registrato una diminuzione di 435mila barili al giorno della domanda di oro nero nel trimestre in corso. Gli attuali corsi dell'oro nero vedono il Wti a 53 dollari (-0,82% la chiusura di venerdì scorso) e il Brent a 58 dollari (1,6% dall'inizio anno). Numeri che non sono a favore dei titoli petroliferi.

Così, venerdì, Eni alzerà il velo su un quarto trimestre con luci e ombre. Una dinamica legata al prezzo medio del greggio (-9% su base annua). In particolare, il consensus vede un ebit adjusted a 2 miliardi (-30%) e l'utile dovrebbe attestarsi a 792 milioni (-45%). Gli analisti, in ogni caso, rimangono positivi sul titolo. E questo perché ritengono che questa nuova crisi spingerà le società a implementare i progetti in favore della transizione energetica. La strategia del gruppo, che non a caso, sarà presentata al Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e Ambiente di Novara, sarà incentrata sull'obiettivo emissioni zero con un maggior focus sulla sostenibilità. Eni poi spingerà il piano sulla capacità esplorativa, in particolare nel Mediterraneo, ma anche nel Golfo del Messico, dove ha di recente fatto una importate scoperta. In Messico la multinazionale italiana punta a 100mila barili giorno nella prima metà del 2021.

Quanto a Saipem, il gruppo si è appena ripreso dal lungo periodo all'insegna del mini greggio, che aveva intaccato investimenti e progetti, e secondo le attese si prepara, con i prossimi conti ad annunciare il ritorno al dividendo. La situazione contingente del petrolio non dovrebbe far cambiare idea a Cao secondo cui circa il 70% degli ordini attuale «è fatto di progetti non strettamente correlati al prezzo del petrolio». Mentre sul fronte delle rinnovabili la società sta operando su progetti gas e alla rimozione di infrastrutture legate alle energie tradizionali.

Anche Enel, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale 2020-2022, si è impegnata a investire pesantemente sul green: nel prossimo triennio 28,7 miliardi, con un incremento dell'11% rispetto al piano precedente, di cui 14,4 miliardi per dire addio al carbone, il 50% dei suoi investimenti totali. La società, il 19 marzo alzerà il velo sui conti, ma dai preliminari si evince un'importante crescita dei ricavi a 80,3 miliardi (+6%) con una nota dolente sul debito salito a 45 miliardi.

Tra le utility, A2A sarà la prima utility (il 25) a diffondere il preconsuntivo: le attese degli analisti sono positive e gli occhi sono puntati tutti sul consolidamente in corso in un settore che resta frammentato.

Piani che fattori esterni come il petrolio o gli effetti del

coronavirus potrebbero scompaginare anche se gli analisti sono convinti che (al di là dell'impatto in Borsa) l'effetto più immediato potrà essere una accelerazione verso il cambiamento, la diversificazione e i nuovi business.

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