
Mentre concorrenti come Shell e BP fanno marcia indietro sulle rinnovabili, scoraggiati da margini deludenti, Eni rilancia con una strategia controcorrente: secondo Claudio Descalzi (in foto), amministratore delegato del gruppo, entro il 2035 le attività a basse emissioni di carbonio produrranno utili operativi pari a quelli del petrolio e gas, per poi superarli nel 2040. È quanto emerge da un'intervista rilasciata al Financial Times, in cui Descalzi difende la scommessa green del gruppo italiano, sottolineando che la transizione energetica è stata "utilissima" per iniziare a sganciare Eni dalla volatilità del greggio.
La visione di Descalzi si fonda sul modello dei "satelliti", ovvero società ibride come Enilive e Plenitude, nate rispettivamente nel 2022 e 2023. Non sono aziende puramente green: Enilive unisce biocarburanti e distribuzione, Plenitude integra rinnovabili, e-mobility e vendita retail di gas ed elettricità. Queste attività, ancora marginali rispetto al core fossile 598 milioni di utile operativo nel primo semestre contro i 6,6 miliardi della divisione oil & gas generano però già Ebitda di circa un miliardo ciascuna, e sono attrattive per il capitale privato. Lo dimostrano le recenti cessioni di quote a Kkr, Energy Infrastructure Partners e l'accordo con BlackRock (Gip) per lo sviluppo del carbon capture. Le operazioni hanno valutato le nuove società 22 miliardi di euro, circa la metà dell'attuale capitalizzazione di Eni. La valorizzazione delle minorities di entrambe le controllate ha inoltre già portato in cassa 3,8 miliardi
"La crescita da sola non basta", avverte Descalzi. "Gli investitori vogliono vedere cosa c'è dentro". Per questo Eni ha scelto di abbinare asset liquidi ad attività in crescita, evitando fusioni costose e puntando su joint venture strategiche anche nel petrolio, come quelle con BP (Azule), Petronas e Ithaca. Descalzi ha dichiarato che questi satelliti hanno aiutato Eni a espandersi senza dover ricorrere a fusioni e acquisizioni. "Non abbiamo tutti questi soldi . Non posso fare M&A. Ma se ho il 100% di un blocco , posso scambiare barili", ha spiegato.
Una linea che sta convincendo gli analisti. "La strategia ha chiaramente creato valore, e che un colosso del petrolio riesca a creare valore nella transizione energetica non è affatto scontato", ha affermato Biraj Borkhataria, analista di Rbc Capital Markets.