Esami europei a rischio per Mps

Possibile ammanco da 0,5 a 1,7 miliardi. Ma la banca frena: «Solo voci». Profumo e Viola si giocano il rinnovo

Per il Monte Paschi gli imminenti esami patrimoniali europei assomigliano al «Rischiatutto»: il verdetto è atteso domenica a mezzogiorno. La banca, che la città di Siena ha trattato per decenni come una bottega fino a portarla sull'orlo del baratro, potrebbe avere bisogno di nuovo denaro per superare gli stress test di Eba e Bce.

Secondo gli analisti, l'ammanco per Rocca Salimbeni potrebbe attestarsi alla cifra, tutto sommato riparabile con qualche cessione, di 500 milioni o forse esplodere fino a 1,7 miliardi. In questo caso al Monte non resterebbe che un altro maxi aumento di capitale, con annessa chiamata di un cavaliere bianco. Un'alea di incertezza tanto ampia quanto tossica per Piazza Affari, dove Mps ha perso un altro 1,88% chiudendo a 83 centesimi, dopo il -14,8% volatilizzato la scorsa settimana. Ora la banca vale in tutto 4,3 miliardi.

Tra cinque giorni sarà chiaro se i «falchi» della Borsa (fondi hedge e investitori anglosassoni in testa) hanno scelto Mps come la vittima su cui fare soldi speculando al ribasso perché i 24 miliardi di Bot e Btp che ha in pancia la espongono più delle concorrenti al «rischio Italia» dopo il rialzo dello spread, oppure se il presidente Alessandro Profumo e l'ad Fabrizio Viola sono come minimo stati molto ottimisti con il mercato. Di certo pochi mesi fa molte famiglie italiane hanno versato 40 euro ogni 25 investiti per seguire la maxi ricapitalizzazione, aumentata in tutta fretta da 3 a 5 miliardi perché fosse definitiva. Poi, tra la rabbia dei contradaioli della Fondazione Mps (2,5%), Rocca Salimbeni ha chiuso una trimestrale in rosso di 353 milioni per l'ultima e ultimativa pulizia di bilancio.

Rocca Salimbeni, pur stretta nel silenzio imposto a tutto il settore dall'Eurotower, ha ribattuto che le cifre filtrate «non trovano riscontro nella documentazione parziale e comunque preliminare» di cui dispone. Il comprehensive assessment, cioè l'analisi delle sue attività (Aqr) e l'applicazione dello scenario di stress, è ancora «in corso» e quindi qualsiasi dato è «parziale e preliminare».

A questi prezzi sono molti gli azionisti vecchi e nuovi finiti in rosso. A partire da Fintech e Btg, i due alleati sudamericani della Fondazione Mps che con il 9% complessivo si ripromettono di scegliere i vertici delle banca all'assemblea di aprile: i 500 milioni circa sborsati in estate per rilevare il 6,5% ceduto da Palazzo Sansedoni e seguire l'aumento, oggi sono 280 milioni. Così come non gioiscono York Capital o BlackRock che hanno creduto nel rilancio malgrado il miliardo di aiuti pubblici che Mps ha ancora in cassa sotto forma di Monti Bond.

Se dallo stress test della Bce per Mps dovesse emergere un deficit superiore al miliardo l'unica alternativa all'aumento è «un bond additional Tier 1», scrive Equita.

Gli analisti calcolano che, fino a un ammanco da 750 milioni, Siena possa ovviare con le cessioni; l'indiziata è la joint-venture assicurativa Axa Mps. Al prezzo però di un impatto del 30% sugli utili. Equita pensa comunque che Mps supererà sia l'Aqr (con un impatto di 3,1 miliardi e un Cet 1 del 9,7%) sia lo stress test (2,22 miliardi e un Cet 1 del 7%).

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