Esuberi Unipol, guerra di cifre Sindacati già pronti a dire no

Esuberi Unipol, guerra di cifre Sindacati già pronti a dire no

Non soltanto le 1.100 uscite stimate dai sindacati nell'ambito delle attività da cedere secondo i dettami dell'Antitrust. Stando alle ultime indiscrezioni, in occasione dell'incontro che si è tenuto a Bologna due giorni fa tra i vertici di Unipol e le sigle sindacali, la compagnia di Via Stalingrado avrebbe chiesto ben 2.200 esuberi a seguito della fusione con Fonsai, Premafin e Milano Assicurazioni.
In altri termini, più di un quarto degli 8mila dipendenti delle compagnie coinvolte nel progetto. In particolare, il ridimensionamento sarebbe particolarmente forte nelle direzioni di Torino e Firenze, sedi storiche di Fonsai. «La reazione dei sindacati è negativa», ha detto Renato Pellegrini, responsabile assicurativo della Uilca. I numeri sugli esuberi sono emersi due giorni fa nel corso di un incontro avvenuto tra i sindacati e la dirigenza di Unipol e Fonsai in cui sono stati illustrati il nuovo piano industriale e le ricadute occupazionali dell'integrazione a quattro che dovrebbe completarsi entro l'anno (Ivass permettendo). Gli esuberi previsti, come detto, sarebbero 2.200, cifra comprensiva delle 1.100 uscite previste nell'ambito del processo di dismissioni del valore di 1,7 miliardi in termini di premi che si concentrerà soprattutto nell'Rc auto e in attività di Milano Assicurazioni.
«I numeri esatti si potranno conoscere solo una volta conclusa la cessione», spiega Pellegrini. «Si sapeva che la fusione avrebbe comportato dei rischi - aggiunge - ma non ci aspettavamo numeri così alti». E nel caso in cui ai premi ceduti venissero agganciati meno lavoratori del previsto, «gli esuberi aumenterebbero», sottolinea il segretario nazionale Fisac-Cgil con responsabilità sul settore assicurativo, Giovanni Cavalcanti.
Oltre agli esuberi, la fusione comporterà una importante riorganizzazione con molti trasferimenti e uno spostamento di attività da Torino a Milano e da Firenze a Bologna che resteranno le sole sedi di direzione del gruppo, evidenziano i sindacati. «Unipol - aggiunge Cavalcanti - si riserva di ricorrere alla 223 (la legge sui licenziamenti collettivi, ndr) in mancanza di un accordo. Si tratta di un'arma di ricatto inopportuna».
Sia sugli esuberi che sui trasferimenti i sindacati chiedono il rispetto dei criterio della volontarietà, già previsto dal fondo di solidarietà di categoria che permetterà di accompagnare alla pensione chi ha davanti a sé non più di cinque anni di lavoro.

Unipol, tuttavia, ha disdettato a novembre l'accordo quadro che assicurava ai dipendenti una serie di garanzie nelle fasi di ristrutturazione come la non applicabilità della legge sui licenziamenti collettivi e il consenso ai trasferimenti. La trattativa riprenderà il 4 febbraio.

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