Etruria, soldi dei truffati torneranno alle banche?

I dem presentano due emendamenti per convogliare i crediti d'imposta generati dalla svalutazione delle sofferenze delle quattro banche dai risparmiatori truffati ai nuovi istituti di credito

Etruria, soldi dei truffati torneranno alle banche?

Oltre il danno, (l'ennesima) beffa.

I risparmiatori truffati nella vicenda del salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Cari Ferrara e Cari Chieti potrebbero perdere il denaro del tesoretto accumulato per risarcirli a vantaggio proprio... delle banche. Secondo la ricostruzione pubblicata oggi da Franco Bechis su Libero, si tratta di una cifra non proprio indifferente: 750 milioni di euro.

Una somma che deriva dal decreto di svalutazione adottato da Bankitalia il 22 novembre scorso, con cui le sofferenze dei quattro istituti di credito in crisi sono passate da 4 a 1,5 miliardi (dopo una precedente svalutazione con cui i commissari avevano già ridotto i crediti inesigibili da 8,5 a 4 miliardi). Dalla differenza di 2,5 miliardi sono stati appunto generati quei 750 milioni di euro di crediti d'imposta di cui ora si discute.

Perché, secondo Bechis, il deputato del Pd Marco Causi ha presentato due emendamenti al decreto governativo sulle Banche di credito cooperativo per fare sì che i crediti d'imposta passino "all'ente ponte", con retrodatazione al primo novembre 2015.

Peccato che nei 2,5 miliardi di euro che hanno generato i 750 milioni di crediti d'imposta fossero compresi anche i quasi ottocento milioni (per la precisione 788) di obbligazioni subordinate il cui valore è ora pari a zero. Per cui, in teoria, almeno un terzo di quei crediti d'imposta spetterebbero ai risparmiatori che avevano investito in quelle obbligazioni subordinate.

Come non bastasse, Bechis ricorda che la trattativa per la vendita delle nuove banche è ancora in fieri e i 750 milioni di crediti d'imposta non sono stati inclusi nella stima del loro valore, tramutandosi così in un maxi-regalo per chi le comprerà.

Messo alle strette, Causi ha

spiegato quei due emendamenti rispondono a una richiesta di Banca d'Italia, ma ha anche ammesso che forse sarebbe opportuno studiare un modo per consolidare il fondo per risarcire i risparmiatori. Forse...

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