Europa fuori dalla recessione ma l'Italia resta ancora indietro

I dati dell'Eurostat sanciscono la fine della recessione. L'Italia resta ancora in territorio negativo: il pil a -0,2%. Rehn avverte i governi Ue: "Servono ancora sforzi"

Europa fuori dalla recessione ma l'Italia resta ancora indietro

Europa è ufficilamente fuori dalla recessione. Secondo le stime di Eurostat, nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo è tornato a crescere dello 0,3% sia nell’Eurozona sia nella Ue-27. Un valore che supera le previsioni degli analisti che brindano al primo dato positivo dopo sei trimestri consecutivi in calo.

Dopo sette trimestre consecutivi in contrazione, nel secondo trimestre, il pil del Vecchio Continente esce dalla recessione registrando un balzo avanti dello 0,3% rispetto ai precedenti tre mesi. "La ripresa è a portata di mano", ha commentato il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn. Nei paesi dell’Unione europea a 27 Paesi il pil è cresciuto dello 0,3% trimestrale. Il raggio di sole tuttavia non riguarderà il nostro paese. In Italia la recessione non è ancora finita, anche se si comincia a parlare di un timido ritorno al segno più entro la fine del 2013. Il pil del Belpaese è, infatti, rimasto con il segno meno (-0,2%). Stesso trend su base annuale: il pil dell’Eurozona ha regitrato una contrazione dello 0,7%, mentre quella dei 27 paesi dell’Unione europea ha segnato un -0,2% e l’Italia un -2%. "Nonostante i dati positivi - ha, però, ha detto Rehn - bisogna rendersi conto che una ripresa è possibile solo se proseguiamo con tutti i nostri sforzi per superare la crisi". In questo senso, il commissario Ue agli Affari economici ha messo in chiaro che "le riforme devono continuare" lungo il tracciato intrapreso.

Nel corso del secondo trimestre del 2013, il pil degli Stati Uniti è cresciuto dello 0,4% rispetto al trimestre precedente in cui si era già registrato un aumento dello 0,3%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la crescita dell'economia americana è cresciuta dell'1,4%, dato in aumento rispetto a tre mesi precendenti (+1,3%). In crescita anche il Giappone che, seppur in frenata rispetto al trimestre precedente, assesta un +0,6%. Analizzando i dati nazionali disponibili della Ue-27 solo sei Paesi sono ancora in territorio negativo.

Oltre all'Italia, troviamo la Bulgaria, la Spagna, la Svezia, l'Olanda e Cipro. Il Portogallo registra la crescita maggiore (+1,1%), seguito da Germania, Repubblica Ceca e Finlandia (+0,7%) e da Regno Unito e Lituania (+0,6%).

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