Eurozona in recessione Italia meglio del previsto

Eurozona in recessione Italia meglio del previsto

Le politiche di austerity e il rallentamento dell'economia globale condannano l'euro zona alla recessione. Non quella percepita dal vivere quotidiano, ma quella «tecnica», resa ufficiale dalle statistiche dopo due trimestri consecutivi di contrazione. Al calo dello 0,2% registrato tra aprile e giugno, si va ora a sommare il -0,1% del terzo trimestre. Double dip, quindi, una ricaduta in recessione ad appena tre anni dall'andamento depressivo provocato dal virus dei mutui subprime. L'unica nota (relativamente) positiva arriva dall'Italia, dove il Pil è calato dello 0,2%, meno rispetto al -0,5% previsto dagli analisti. Ma si tratta comunque della quinta flessione consecutiva. Senza contare che su base annua la discesa è pari al 2,4 per cento.
Come sempre, le medie non dicono tutta la verità. Lo stato di salute economico dei Paesi di Eurolandia continua a essere profondamente diverso. Nel periodo in esame, l'economia greca è per esempio crollata del 7,2%; e non meglio sta il Portogallo. In Olanda, il rigore imposto sta costando caro (-1,1%). Ma il dato forse più preoccupante riguarda la Germania: una misera crescita dello 0,2% è il sintomo che gli ingranaggi tedeschi non funzionano più come prima. Aumenta la spesa pubblica e privata, ma non gli investimenti in beni capitali che continuano a diminuire. Per ora, il pilastro dell'export regge, ma in prospettiva il made in Germany è destinato a sentire l'onda lunga della crisi che attanaglia l'euro zona (e in particolare i Paesi del Club Med), mercato di sbocco per il 40% delle merci tedesche.
In questa fase, quindi, l'economia del Vecchio continente si conferma debole perché non riesce a trovare forze al proprio interno e perché continua a rimanere al traino di Stati Uniti (dove peraltro il rischio di un impatto sull'economia globale a causa del fiscal cliff è stato paventato ieri dal Fmi), Cina e, in misura minore, del Giappone. Il futuro prossimo venturo non lascia molti spazi all'ottimismo. La Bce ha ieri rivisto al ribasso le stime sull'euro zona, destinata a contrarsi dello 0,5% quest'anno e a crescere dello 0,3% nel 2013. Si tratta di un peggioramento rispetto alle previsioni del terzo trimestre, che davano il Pil a -0,3% nel 2012 e a +0,6% nell'anno successivo. La crescita attesa nel 2014 passa invece dall'1,4% all'1,3%.


Anche chi è fuori da Eurolandia non può dormire sonni tranquilli. Moody's metterà sotto la lente la tripla A della Gran Bretagna all'inizio del prossimo anno a causa di una ripresa probabilmente più lenta del previsto.

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