Economia

Impatto Covid-19 su Fca, Elkann rinuncia al compenso e Manley si dimezza lo stipendio

Lettera dell'ad ai dipendenti del gruppo: «Proteggere la salute finanziaria dell’azienda è responsabilità di tutti». Intanto Exor investe nella mobilità pubblica del futuro

Impatto Covid-19 su Fca, Elkann rinuncia al compenso e Manley si dimezza lo stipendio


«Proteggere la salute finanziaria dell’azienda è responsabilità di tutti, a partire naturalmente da me e dal team di leadership. Al fine di raggiungere questo obiettivo e per evitare una riduzione del personale nel secondo trimestre, dal mese di aprile e per i prossimi tre mesi ridurrò il mio stipendio del 50% e i membri del Group Executive Council (Gec) ridurranno il loro del 30%». Lo scrive l'ad di Fca, Fca, Mike Manley, in una lettera inviata nella serata di ieri ai dipendenti del gruppo alla luce della grave emergenza sanitaria mondiale a causa del coronavirus.


Inoltre, continua Manley, «chiederemo alla maggior parte dei lavoratori nel mondo non ancora impattati da riduzione di orario o ammortizzatori sociali di partecipare a questo sacrificio comune accettando un differimento temporaneo del 20% dello stipendio. Il processo varierà a seconda del Paese e potrebbero essere necessari accordi specifici», in più, aggiunge il top manager, «il nostro presidente John Elkann e il nostro cda hanno deciso all’unanimità di rinunciare in toto al proprio compenso da qui alla fine del 2020».


Tutte queste misure fanno parte dello sforzo per salvaguardare la situazione di Fca che, come il resto del settore automobilistico, è impattata dal problema Covid-19. «Nell’affrontare questa situazione - spiega Manley - continuiamo a pianificare per essere pronti nel momento in cui usciremo da questa crisi e, a questo fine, stiamo implementando numerose misure a tutela della nostra azienda in questo periodo. Stiamo rafforzando l’accesso al capitale e al contempo prestando un’attenzione maniacale a ogni progetto, programma e spesa, eliminando o posticipando tutte le attività non critiche».


Sempre ieri, qualche ora prima della lettera di Manley ai dipendenti di Fca, la holding Exor, presieduta da Elkann, aveva comunicato la decisione di investire nella mobilità pubblica del futuro. In pratica, di aver raggiunto un accordo che consentirà alla holding di acquisire, per 200 milioni di dollari, l’8,87% di Via, realtà tecnologica Usa impegnata nell’ottimizzazione dinamica, basata sui dati, dei sistemi di mobilità pubblica nelle città di tutto il mondo. Noam Ohana, responsabile di Exor Seeds, sarà uno degli amministratori della società.
Il business di Via andrà ampiamente oltre l’esempio di Uber, che si rivolge principalmente agli spostamenti delle persone. Il piano è di sviluppare un soggetto che si rivolga sempre più alle grandi aziende allo scopo di razionalizzare i trasporti urbani e alleggerire il traffico.


Via, fondata nel 2012 da Daniel Ramot e Oren Shoval, ha iniziato a utilizzare la sua piattaforma tecnologica nel 2013, offrendo un servizio di trasporto condiviso a New York, superando i sistemi tradizionali basati su orari e rigide «linee», creando invece reti di percorsi completamente dinamiche. L'algoritmo di Via fa incontrare in tempo reale più passeggeri che vanno nella stessa direzione, creando un servizio di bus molto economico, comodo e di qualità, e mantenendo tempi di percorrenza simili a quelli di un taxi.
A oggi, 70 milioni di viaggi sono stati effettuati usando la piattaforma di Via, presente in oltre 70 città di 20 Paesi. Saranno incrementati i rapporti con amministrazioni municipali, operatori e agenzie di trasporto pubblico locale, grandi società, scuole e università, per ottimizzare i sistemi di spostamento.

«È importante creare soluzioni innovative per un futuro più sostenibile», il commento del presidente Elkann.

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