Exor punta 100 milioni sui robot «salva pozzi»

Acquisito il 13% della danese Welltec. La sua tecnologia permette di recuperare gli impianti di estrazione a fine vita

Pierluigi BonoraDopo un'estate caldissima caratterizzata dalle «guerre» per la conquista del colosso delle riassicurazioni PartnerRe (operazione da 6,9 miliardi di dollari, il cui closing è atteso entro marzo), la salita al 43,4% del gruppo editoriale The Economist (investimento di circa 400 milioni) e un autunno-inverno a cavallo del 2016 dedicato all'inserimento nella cassaforte di casa Agnelli del gioiello Ferrari (scorporo da Fca il 4 gennaio scorso, lo stesso giorno della quotazione del Cavallino anche a Milano), la holding Exor guarda ora all'industria petrolifera. La società guidata da John Elkann ha infatti acquisito il 13% di Welltec, società leader globale nelle tecnologie robotiche impiegate nei pozzi che estraggono l'oro nero.Gli Agnelli hanno investito 100,3 milioni, diventando in questo modo soci di minoranza dell'azienda danese fondata più di 20 anni fa da Jürgen Hallundback, attuale ad e azionista di maggioranza. Welltec offre soluzioni affidabili ed efficienti per le attività di manutenzione, pulizia e riparazione dei pozzi di estrazione. In pratica, recupera pozzi petroliferi decotti, e quindi giunti a fine vita, grazie ai suoi robottini in grado di ripulire e rimettere in sesto le tubature in profondità. La tecnologia danese è molto importante soprattutto per ridare vita ai pozzi di ultima generazione vicini alla pensione, gli stessi che dopo un primo percorso sotto terra verticale, deviano orizzontalmente allo scopo di «catturare» il giacimento, uscendo di fatto dalla portata di un essere umano. La ripulitura di questo condotto e la conseguente nuova vita del pozzo può essere eseguita solo attraverso i sistemi adottati da questo gruppo.Exor, come è già accaduto per Banijay, società di produzione audiovisiva cofondata dalla holding nel 2008 e ceduta lo scorso anno per 60 milioni (con una plusvalenza di 25), anche nel caso danese adotta la strategia di voler «sostenere imprenditori di talento nella realizzazione dei loro piani di sviluppo». «La decisione di investire nel settore petrolifero - spiega una nota - sembra una mossa in controtendenza con l'andamento delle società del settore. In realtà, si spiega proprio con le valutazioni convenienti (i prezzi sono molto bassi), ma anche con i cambiamenti strutturali, che stanno facendo emergere nuove opportunità. Queste società hanno manifestato l'esigenza di tagliare gli investimenti e di estendere il ciclo di vita dei pozzi già in funzione, e questo avrà impatti positivi su Welltec».In Borsa, intanto, il titolo Exor ieri è tornato a crescere (+7,4% a 25,36 euro).

Per Elkann e famiglia l'inizio del 2016 non è dei migliori: Exor ha perso in un mese più del 31% (il valore delle azioni è sceso di quasi 17 euro). Respira anche Fca (+5,83% a 5,33 euro, ma -28,9% da gennaio), debole invece la new entry Ferrari: -0,36% a 30,29 euro (dai 43 dell'Ipo di gennaio).

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